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Riprende di nascosto una persona mentre utilizza il bagno del supermercato: licenziato agente del carcere di Opera

Un agente della polizia penitenziaria del carcere di Opera è stato licenziato dopo aver ripreso una persona che stava utilizzando i bagni pubblici di un supermercato nel Milanese.
A cura di Ilaria Quattrone
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Un agente della polizia penitenziaria del carcere di Opera è stato licenziato. A stabilirlo è stato il Consiglio di Stato che ha accolto la decisione del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. Il motivo? L'uomo, nel 2019, ha ripreso una persona che era impegnata a espletare un bisogno fisiologico nel bagno di un supermercato del Milanese. Da quell'azione, ne è scaturita una denuncia e poi un patteggiamento. Una bravata, la sua, che gli è costata molto cara.

Il 24 febbraio 2019 l'uomo si trovava nei servizi igienici pubblici del centro commerciale Auchan di Cesano Boscone, comune della provincia di Milano. All'interno c'era una persona che stava espletando i propri bisogni. A un certo punto, ha pensato bene di tirare fuori dalla tasca il proprio cellulare, infilarlo nello spazio tra la porta e il pavimento e fare un video. La vittima si è resa conto di quanto stava accadendo e ha denunciato il fatto. Da qui, ne è nato un processo. L'agente è stato accusato di interferenza illecita nella vita privata: ai giudici aveva raccontato che, in quel momento, si trovava in una condizione di fragilità emotiva. Il processo si è concluso il 15 dicembre 2020 con un patteggiamento a quattro mesi di reclusione con sospensione condizionale.

L'anno successivo, il 2 ottobre 2021, il capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha notificato all'uomo la destituzione dall'incarico di assistente del corpo della polizia penitenziaria perché "non più idoneo" e, di conseguenza, il licenziamento dal carcere di Opera. L'agente, ormai ex, ha però deciso di opporsi alla decisione affidandosi a un avvocato. Il legale ha sostenuto davanti ai giudici che non sarebbe stato applicato il principio di proporzionalità e di congruità della sanzione disciplinare da dare. Inoltre sia l'uomo che l'avvocato hanno parlato di un episodio "occasionale".

Tesi però che, purtroppo, non sono bastate. E infatti il Tribunale amministrativo regionale e poi il Consiglio di Stato hanno confermato la decisione del Dap. Per loro l'agente "non ha mostrato senso dell'onore" e anche se l'atto è stato "compiuto fuori dal servizio", ha comunque arrecato un "gravissimo pregiudizio allo Stato e all'amministrazione penitenziaria". Caso chiuso.

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