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Richiamata dall’esercito israeliano mentre studia alla Statale di Milano, annullati tre esami: cos’è successo

Associazioni studentesche e movimenti proPal puntano il dito contro la Statale, che, in ottemperanza alla normativa ministeriale, consente la didattica a distanza agli universitari israeliani richiamati in patria come riservisti. Tra loro anche una studentessa di Medicina, che però si è vista sfumare la laurea ed è quindi ricorsa alle vie legali.
A cura di Chiara Daffini
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"La Statale di Milano avvantaggia chi si arruola nell'Idf", "UniMi al servizio della guerra" si legge negli ultimi post sui profili Instagram di Link – Coordinamento universitario, Studenti indipendenti Statale, UniSì e Sinistra Universitaria–Udu.

Le liste universitarie di sinistra, affiancate dai movimenti proPal, contestano all'Università Statale di Milano la gestione della didattica a distanza concessa agli studenti israeliani richiamati come riservisti in patria dall'Idf dopo il 7 ottobre 2023.

"Dai programmi di mobilità internazionale, alla ricerca diretta in ambito militare, fino ad arrivare al favorire il conseguimento della laurea a studenti arruolati e attualmente coinvolti nei crimini di guerra dell'IDF – scrivono sui social -. Personalità accademiche della Statale di Milano hanno concesso arbitrariamente lo svolgimento di attività didattiche ed esami a distanza a studentɜ coinvoltɜ con l’IDF, risulta urgente fare chiarezza sui rapporti tra Israele e le università italiane".

La dad per i riservisti

E in effetti c'è chi, iscritto all'ateneo milanese e con cittadinanza israeliana, ha beneficiato della deroga alla frequenza obbligatoria, che non è stata però una concessione dell'università, quanto una disposizione ministeriale che si rifà alle "Linee guida per l’offerta formativa a distanza" contenute nel DM 1835 del 6 dicembre 2024, applicato dall'aa 2025/26, e prima ancora dal precedente DM 289/2021, in vigore dai tempi del Covid.

In pratica, dopo il boom della dad in pandemia, il sistema universitario italiano si era riequilibrato sulla didattica prevalentemente in presenza (ad eccezione dei corsi nati per essere online), fino al 7 ottobre 2023 e l'inasprirsi dei conflitti in Medio oriente. Con la nota n. 0022939 del 20 novembre 2023, indirizzata a tutti i Rettori e i Direttori Generali delle Università, il Miur chiariva che, nell’ambito
dell’autonomia universitaria, gli atenei potevano erogare attività didattiche a distanza, prevedendo per gli studenti il recupero di quelle non svolte in presenza oltre la soglia del 10%.

Laurea "bloccata"

Tra coloro che sono ritornati in Israele dopo quella data c'è anche una studentessa di Medicina della Statale, che avrebbe dovuto laurearsi all'inizio di luglio. Invece la discussione della tesi è stata rimandata a causa della mancata validazione di tre esami, sostenuti dalla studentessa online mentre era a Tel Aviv. La giovane laureanda ha chiesto supporto legale per fare ricorso contro questa decisione, avendo lei concordato con gli stessi docenti tali modalità.

"L'Università Statale – dice una nota dell'Ateneo – ribadisce la legittimità della scelta assunta dal Collegio didattico della International Medical School di esprimere parere favorevole alla richiesta della studentessa di accedere alla didattica online da Israele in quanto riservista in area sanitaria, scelta assunta sulla base della circolare ministeriale n. 0022939 del 20 novembre 2023".

Nella stessa nota l'università spiega il motivo dell'invalidità degli esami per la studentessa: nella norma (applicativa del DM 289/2021) in vigore nel periodo in cui la studentessa ha svolto gli esami da Tel Aviv si legge che "rimane fermo lo svolgimento in presenza delle prove di esame di profitto e di discussione delle prove finali". Quindi lezioni online sì, esami no. Diversa potrebbe essere invece la sorte accademica di chi si trova da quest'anno in didattica a distanza: la normativa in vigore dall'aa 2025/26 (applicativa dell'ultimo DM, il 1835/2024) prevede infatti "temporanee situazioni emergenziali che consentono l’erogazione della didattica a distanza nonché l’eventuale svolgimento a distanza delle prove d’esame, compreso l’esame finale".

Intanto l'università ha aperto un'istruttoria interna per chiarire la posizione dei docenti che hanno permesso alla studentessa di sostenere gli esami da remoto e, sulla questione, chiosa: "Nel confermare di avere indicato alla studentessa la possibilità di sostenere, in appelli regolari, i tre esami, in modo da potersi comunque laureare quanto prima, la Statale prende con nettezza le distanze da ogni tentativo di strumentalizzazione politica della vicenda, da entrambi i fronti, invitando tutti a riconoscere nell'università un luogo di pace e dialogo, alieno dalle logiche di conflitto e sopraffazione che stanno tragicamente interessando tanta parte del mondo".

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