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Riapre il caso di Francesco Ancona archiviato come suicidio, la vedova indagata per omicidio: di cosa è accusata

La Procura ha riaperto le indagini sulla morte di Francesco Ancona: 38 anni fa fu classificata come suicidio ma il nuovo fascicolo parla di omicidio premeditato. Ad essere indagata è la vedova dell’uomo: secondo gli investigatori potrebbe aver assoldato un sicario per far uccidere il marito.
A cura di Alice De Luca
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Foto di repertorio
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La 74enne Giovanna Navarra è indagata per l'omicidio premeditato del marito Francesco Ancona, trovato morto ormai 38 anni fa sul ciglio di una strada a Mortara, in provincia di Pavia. Il caso è stato riaperto con un nuovo fascicolo d'indagine datato 2024, dopo che nel 1987 fu archiviato come suicidio. Il corpo di Ancona presentava una ferita alla testa che i periti dell'epoca giudicarono compatibile con un incidente stradale. Gli investigatori ritennero quindi che Ancona si fosse buttato sotto a un camion, angosciato dalla recente perdita del lavoro, dalla malattia e da un rapporto difficile con la moglie. Ora però la Procura ha ripreso a indagare sull'ipotesi che possa essere stata proprio la moglie Navarra a commissionare l'uccisione del marito a un sicario.

Nel 2024 la donna fu assolta in un processo per tentato omicidio nei confronti del figlio 52enne: anche in quel caso fu accusata di aver cercato di assoldare una persona per ucciderlo, promettendole in cambio 8mila euro. Navarra e il presunto complice furono assolti, come richiesto anche dal pm, con la formula "il fatto non sussiste". Il giudice accolse la posizione degli avvocati difensori, secondo i quali non era stata commessa nessuna vera azione per portare a termine l’omicidio e nemmeno dalle intercettazioni erano venute fuori condotte con le quali si erano effettivamente avviate le procedure per mettere a segno il reato.

L'omicidio di Ancona, invece, risale al febbraio del 1987. Nonostante fosse stato classificato come suicidio, c'erano diversi elementi che sembravano non tornare nella morte del 48enne: eccezion fatta per la ferita alla testa, Ancona non aveva altre lesioni o traumi sul resto del corpo e i suoi vestiti erano intatti. Nonostante la strada dove il corpo era stato trovato fosse molto trafficata, il cadavere fu visto solo dopo molte ore dalla morte. A questo si aggiunge uno strano odore di benzina che una delle figlie, all'epoca 13enne, ha detto di aver sentito avvicinandosi al corpo del padre. Il presunto camionista pirata, infine, che si sarebbe allontanato dopo aver investito Ancona, non era mai stato trovato.

Elementi, questi, che potrebbero aver spinto i magistrati a riaprire il caso, iscrivendo nel registro degli indagati Navarra e il presunto complice, il 70enne Domenico Scarfò, residente a Vigevano e amico di famiglia. Secondo i pm, i due avrebbero agito "in concorso tra loro e con soggetti terzi, con premeditazione, dapprima indebolendo fisicamente la parte offesa con la somministrazione di veleno, quindi aggredendola con un corpo contundente con diversi colpi sferrati al capo, cospargendo il corpo di benzina e infine investendo l'uomo con un mezzo pesante, betoniera".

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