Reddito e pensione di cittadinanza, Degli Angeli (M5s): “In Lombardia aiutate oltre 217mila persone”

Nel 2021 sono stati oltre 217mila i lombardi che sono stati aiutati dal Reddito o Pensione di cittadinanza: a darne notizia è l'ultimo studio statistico elaborato dall'Inps. L'analisi mostra come negli ultimi anni siano aumentate le richieste di accesso alle misure approvate proprio per contrastare la povertà: "Dal 2019 c'è un trend che dimostra come la situazione della povertà sia un elemento in continua crescita – spiega a Fanpage.it il consigliere regionale del Movimento 5 stelle Marco Degli Angeli -. Quello che balza all'occhio è che mentre il reddito di cittadinanza coglie le esigenze di nuclei familiari che non sono solo mono-familiari, la pensione di cittadinanza coinvolge sempre più persone da sole e questo amplifica ancora di più l'aiuto che viene dato da queste misure".
I numeri provincia per provincia
In Lombardia, nel 2021, i nuclei familiari che hanno richiesto di poter accedere alle misure sono stati 120.880. Di questi oltre 53mila arrivano da Milano. Le richieste rimangono altissime anche nelle altre città: a Bergamo sono state presentate oltre novemila domande, a Brescia invece si parla di ben 13.580 nuclei famigliari. Seguono poi Varese con 9.186 richieste, Monza e Brianza con 8.551, Pavia con 7.765, Mantova con 4.553 e Como con 4.669. Infine troviamo Cremona (3.645), Lecco (2.110), Lodi (2.605) e Sondrio (1.111). Accanto alla richieste, troviamo anche coloro che il reddito sono riusciti a ottenerlo. A balzare agli occhi è l'incremento avvenuto negli ultimi tre anni: nel 2019, sempre in Lombardia, sono state 94.220 le famiglie che hanno percepito almeno una mensilità di Reddito o Pensione di cittadinanza. Nel 2020 se ne sono registrate 144.525 mentre nel 2021 si è arrivati a toccare la cifra di 156.996 percettori del reddito con un importo medio di circa cinquecento euro circa.
Aiutati oltre 217mila lombardi
Nel solo dicembre 2021, sono state aiutate 107.196 famiglie: si tratta di 217.962 persone con un importo medio mensile che è pari a 472,67 euro. Anche in questo caso in testa troviamo Milano con 89.861 nuclei. Segue poi Brescia (24.973), Varese (18.295), Bergamo (17.340), Pavia (16.916), Monza e Brianza (15.787), Mantova (8.852), Como (8.239), Cremona (7.008), Lodi (4.713), Lecco (3.762) e Sondrio (2.216). Sulla base di questi numeri, sorge spontanea una domanda e cioè se il dato registrato in città come Milano sia conseguenza di un'elevata densità popolare o anche e soprattutto di una qualità della vita troppo costosa:"Gli aggregati metropolitani contribuiscono molto di più a creare delle sacche di povertà. Anche perché in centri più piccoli c'è una sorta di solidarietà più efficace e visibile. Alcune situazione d'emergenza riescono a essere tamponate un po' di più oltre al fatto che c'è un costo della vita minore rispetto alle metropoli. È anche vero però che – continua il consigliere con Fanpage.it – nei centri più lontani è molto più probabile non riuscire a ritrovare un re-impiego".
Le truffe sul reddito di cittadinanza
Negli ultimi tempi si è discusso anche molto dell'aumento delle truffe sul reddito di cittadinanza che ha evidenziato, nel dibattito politico, la possibilità di ripensare la misura: "Sui controlli è possibile vederla da due punti di vista. Rispetto ad altre misure di assistenza sociale e di supporto, per il reddito – spiega a Fanpage.it Degli Angeli – si stanno scoprendo molti più casi. A questo proposito, una risposta è che forse i controlli su questa misura sicuramente funzionano molto meglio rispetto ai controlli su altre misure. A ogni modo probabilmente i controlli andrebbero aumentati ex ante e cioè nella fase di raccolta della documentazione".
Quello del reddito è quindi, come spiegato dall'esponente del Movimento, una misura che ha dato delle risposte durante il periodo pandemico: "La pandemia ha mostrato che senza questo cuscinetto sociale probabilmente avremmo avuto molte persone che non avrebbero avuto di che mangiare. In ogni caso anche in prospettiva è una misura che può garantire la tenuta sociale del nostro Paese soprattutto in un periodo di grande precarizzazione e di trasformazione del lavoro. Questa è una misura che per i periodi di disoccupazione garantisce una dignità e stabilità alla persona offrendo inoltre anche strumenti di reinserimento lavorativo".