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Ragazza di 23 anni molestata sul bus, inseguita e picchiata a pugni in faccia. L’aggressore: “È stata lei”

Dopo essere stato rifiutato, un 27enne ha aggredito una 23enne sul bus a Bergamo: “Sei un putt***. Ti uccido”. L’uomo è stato arrestato per violenza privata e lesioni, ma davanti al giudice ha negato l’accaduto: “È stata lei”.
A cura di Giulia Ghirardi
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Immagine di repertorio
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"Come ti chiami? Siediti vicino a me". Così un 27enne ha cercato di avvicinare una ragazza di 23 anni sull'autobus della linea 5 da Lallio (dove la giovane lavora) a Bergamo. Al rifiuto della 23enne, il giovane avrebbe iniziato a insultarla ("Sei una putt***"), prima di seguirla in strada e quindi assalirla, colpendola ripetutamente a pugni in faccia. La ragazza è stata salvata da una passante e, subito dopo, dal fidanzato che ha bloccato l'aggressore fino all'arrivo dei poliziotti che hanno arrestato il 27enne per violenza privata e lesioni aggravate.

La dinamica dell'aggressione

I fatti si sono verificati lo scorso 29 novembre in via San Lazzaro, a Bergamo, intorno alle ore 16:00. Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, la ragazza aveva preso l'autobus per tornare a casa quando sarebbe stata approcciata da uno sconosciuto di 27 anni che due ore prima era stato processato per il furto di 12 bottiglie di alcolici, due giubbotti e tre zaini alla Lidl. La ragazza aveva cercato di allontanare il 27enne che, in risposta, avrebbe cominciato a insultarla dicendole: "Sei un putt***".

La 23enne è quindi scesa dal bus alla fermata di via Zambonate, ma dopo pochi passi si sarebbe accorta di essere seguita dallo sconosciuto. Impaurita, la ragazza ha quindi scattato delle fotografie all'uomo per inviarle al fidanzato, scrivendogli: "Ho paura. Vieni in Porta Nuova". È in quel momento che, accortosi del gesto della ragazza, il 27enne si sarebbe avvicinato urlandole: "Ti uccido. Chiama chi vuoi, vediamo chi ti salva". Poi, l'aggressore avrebbe trascinato la ragazza dentro un portone, dove l'avrebbe colpita con diversi pugni sul volto. A conferma del racconto della giovane il referto del pronto soccorso dove le hanno poi riscontrato un trauma cranico lieve (3 giorni di prognosi), graffi ed ecchimosi sul viso.

Nel frattempo, le urla della 23enne hanno allertato una passante di 25 anni che, dopo aver assistito all'aggressione, ha chiamato le forze dell'ordine. Insieme a loro, è giunto sul posto anche il fidanzato della 23enne che sarebbe riuscito a rintracciare l'esatta posizione della ragazza grazie all'utilizzo del gps. Il 27enne è stato quindi bloccato dal giovane e arrestato dai poliziotti giunti sul posto. Difeso d’ufficio dell’avvocata Eleonora Prandi, l’imputato ha negato l'accaduto, sostenendo che sia stata la ragazza ad aggredirlo. A suo sfavore, però, pesano alcuni precedenti. Oltre a essere stato processato il giorno stesso per furto, il 27enne era già stato arrestato a settembre per rapina impropria a Desenzano del Garda, ad agosto per rapina e resistenza a Venezia. Così, vista la versione "non credibile" e la "brutale violenza"il giudice Alberto Longobardi ha disposto il carcere, come chiesto dal pm, almeno fino al 14 gennaio quando si concluderà il processo.

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