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Presa la banda del lusso di Monza: usavano auto rubate e pneumatici incendiati per entrare nei caveau

Presa la banda del lusso, con base operativa in provincia di Monza. I nove membri usavano auto rubate e pneumatici incendiati per entrare nei caveau del centro-nord.
A cura di Enrico Spaccini
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Organizzavano tutto nei minimi dettagli. Nel pomeriggio rubavano delle auto: alcune le usavano per bloccare l'arrivo delle forze dell'ordine, le altre come ariete per sfondare cancelli e pareti dei magazzini o dei caveau. Piazzavano pneumatici in fiamme in mezzo alla strada per poter lavorare indisturbati. Poi riempivano i furgoni con borse, vestiti di lusso e accessori vari, e poi via. Undici rapine, non tutte riuscite, messe a segno con tattiche militari da una banda di nove uomini di origine rumena dal valore totale di circa un milione di euro. Tutti i componenti sono stati arrestati all'alba di venerdì 15 aprile dai carabinieri del comando provinciale di Monza e Brianza. L'accusa è di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti contro il patrimonio.

Gli pneumatici in fiamme per bloccare la strada alle forze dell'ordine
Gli pneumatici in fiamme per bloccare la strada alle forze dell'ordine

La rapina di novembre

Le indagini erano iniziate nel novembre del 2021. A farle scattare, un furto dal valore stimato di 352mila e 332 euro, con tanto di danni strutturali pari a 20mila euro. La vittima di questa rapina fu la ditta Ma.Bi. di San Daniele del Friuli, in provincia di Udine. Si tratta di una società che effettua il controllo di qualità dei prodotto di un noto marchio della moda. Grazie alle immagini recuperate dalle telecamere di sorveglianza del magazzino, è stato possibile ricostruire tutti i movimenti della banda e riconoscere che i veicoli che stavano usando erano stati rubati nelle ore precedenti al colpo in vari comuni lì vicino. Nel corso delle 11 rapine accertate, avrebbero rubato 75 auto tra le provincie di Milano, Bologna, Firenze, Pisa, Udine, Pordenone e Arezzo.

Organizzazione gerarchica

Coordinate dal procuratore aggiunto Manuela Massenz, le indagini hanno individuato la base operativa dei nove nella provincia di Monza e Brianza. La banda aveva una struttura gerarchica, con un unico capo al vertice. Ogni colpo era studiato e preciso: quando bisognava entrare in azione, tutti sapevano dove piazzarsi e cosa fare. Riempito i furgoni con la merce, la portavano in un'autofficina di Paterno Dugnano, nella periferia nord di Milano. Là il titolare la custodiva per diversi giorni, in attesa di essere rivenduta. Per il suo lavoro, sarebbe stato pagato 2mila euro. L'ultimo carico, però, non ha fatto in tempo a essere piazzato sul mercato. Per questo motivo, le 345 borse di lusso in pelle rubate il 13 aprile, sono state riconsegnate al suo legittimo proprietario a Reggello, alle porte Firenze.

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