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Poliziotto spara e uccide un 20enne dopo un inseguimento: la famiglia chiede di riaprire le indagini

Il 24 marzo 2016 un poliziotto ha sparato e ucciso Soufiane Ech Chafiy al termine di un inseguimento ad Abbiategrasso (Milano). L’agente era stato indagato per eccesso colposo di legittima difesa, ma il gip aveva archiviato nonostante il 20enne fosse “disarmato” e colpito “alle spalle”. Ora la famiglia del ragazzo ha chiesto di riaprire le indagini.
A cura di Enrico Spaccini
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Soufiane Ech Chafiy è morto il 24 marzo 2016 all'ospedale di Rozzano (nella Città Metropolitana di Milano) a causa di un colpo di pistola esploso da un agente di polizia al termine di un inseguimento ad Abbiategrasso. Le indagini su quanto accaduto quella notte erano state condotte dal pm Roberto Valli della Procura di Pavia, al tempo guidata da Mario Venditti (oggi indagato per il caso Garlasco e il cosiddetto "sistema Pavia"), con l'ipotesi di reato di eccesso colposo di legittima difesa ed erano state archiviate a dicembre dello stesso anno dal gip Fabio Lambertucci. Ora la famiglia del 20enne, attraverso gli avvocati Debora Piazza e Marco Romagnoli, ha chiesto la riapertura delle indagini. Come spiegato a Fanpage.it dall'avvocata Piazza, la richiesta è arrivata alla luce dell'assoluzione definitiva dei due ragazzi che erano insieme a Chafiy, i quali erano stati accusati di resistenza a pubblico ufficiale.

L'inseguimento e la morte di Chafiy ad Abbiategrasso

La notte del 24 marzo di nove anni fa Chafiy si trovava a bordo di una Bmw insieme ai suoi amici che all'epoca avevano 19 e 24 anni. I tre, per sottrarsi al controllo di una pattuglia di polizia, da Vigevano erano arrivati fino ad Abbiategrasso guidando ad alta velocità e, per alcuni tratti, anche contromano. Durante l'inseguimento, un agente aveva esploso quattro colpi di pistola contro l'auto e, poi, altri due quando l'auto era ferma. Uno di questi aveva ferito Chafiy alla schiena.

Stando a quanto riferito dagli agenti, quando la Bmw si era fermata, avevano visto i tre puntare contro di loro quella che era "verosimilmente l’arma precedentemente usata per far fuoco" e per questo il poliziotto aveva sparato. Chafiy si era accasciato a terra intorno alle 2:09 ed era stato assistito dai sanitari alle 2:34. Trasportato all'ospedale di Rozzano, alle 6:05 viene dichiarato il decesso del 20enne.

Le indagini e il processo agli amici di Chafiy

La Procura di Pavia aveva aperto un'indagine per eccesso colposo di legittima difesa che vedeva indagato l'agente che aveva esploso i colpi di pistola. A ottobre, il Valli titolare del fascicolo aveva chiesto l'archiviazione e il gip Lambertucci, dopo aver chiesto ulteriori accertamenti, a dicembre aveva archiviato. Tuttavia, nell'atto il giudice aveva scritto che era "assolutamente da escludere" che Chafiy "impugnasse un oggetto il quale poteva essere scambiato per un’arma", tanto che "la fantomatica arma non è mai stata trovata e certo non è mai esistita". Il giudice, comunque, archiviò affermando che non era ipotizzabile che si potesse "giungere a una condanna per eccesso colposo", anche se la "vittima disarmata è stata uccisa da un colpo sparatogli alle spalle".

I due amici di Chafiy, invece, erano finiti a processo per resistenza aggravata a pubblico ufficiale. Entrambi sono stati assolti nel 2022 perché "il fatto non sussiste", con una sentenza che è diventata ormai definitiva. Ora gli avvocati Piazza e Romagnoli, che assistono la famiglia del 20enne, hanno chiesto al procuratore Fabio Napoleone, che oggi guida la Procura di Pavia, di riaprire le indagini per omicidio volontario. "Ci aspettavamo che fosse la stessa Procura, nella persona del dottor Valli, a iniziare le nuove indagini, ma così non è stato", ha dichiarato a Fanpage.it l'avvocata Piazza, "così lo abbiamo chiesto noi al dottor Napoleone".

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