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Pogliano milanese, il sindaco ha un debito da 64mila euro con il suo Comune: non ha pagato Imu e Tasi

Il sindaco di Pogliano Milanese, nell’hinterland Nordo Ovest di Milano, ha un debito con il suo stesso Comune che ammonta a 64mila euro. Ora tutta l’apposizione chiede le dimissioni del primo cittadino, l’imprenditore 52enne Carmine Lavagna. Lui si giustifica così: “Ho preferito pagare dipendenti e fornitori in un momento di difficoltà. Ho già iniziato a pagare il mio debito, settimana prossima salderò tutto”.
A cura di Giorgia Venturini
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Ha un debito da 64mila con il Comune per non aver pagato Imu e Tasi, peccato che a non pagare sia proprio il sindaco. È successo nel paese di Pogliano Milanese, nell'hinterland Nordo Ovest di Milano: sotto i riflettori è finito il primo cittadino, l'imprenditore 52enne Carmine Lavagna salito in municipio nel 2019 con l'appoggio di una lista civica e della Lega. Ora tutta l'opposizione ha chiesto le sue dimissioni.

L'opposizione chiede le dimissioni

Sull'accaduto sono intervenuti la segretaria metropolitana Pd Silvia Roggiani e il segretario locale Andrea Lazzaroni: "Le norme parlano chiaro. Il testo unico degli enti locali configura la condizione di incompatibilità nell’ipotesi in cui un sindaco abbia un contenzioso aperto con il Comune che amministra. Una incompatibilità che non decade all'avvio della rateizzazione del debito, ma solo al momento dell’estinzione di quest'ultimo". E poi aggiungono: "Una vicenda inquietante portata all'attenzione del Ministero degli Interni, che riaccende i riflettori sul conflitto di interessi che già in precedenza avevamo sollevato, visto che il primo cittadino opera come proprietario di una società nel settore edile ed immobiliare".

Il sindaco: Non è prevista l'incompatibilità

Il sindaco, una volta risaputo il debito che aveva con la sua stessa amministrazione, tiene a precisare che non è prevista l'incompatibilità tra il ruolo di sindaco e quello di debitore. Ha anche precisato di aver già iniziato a pagare le prime rate del debito. E promette – come riporta il Corriere della Sera – che entro la prossima settimana pagherà anche la restante somma, ovvero di 50mila euro. Poi motiva così quanto accaduto: "Stavo passando un periodo difficile al lavoro, ho preferito così pagare i miei dipendenti e i miei fornitori. Ora mi è arrivata una lettera dal Ministero degli Interni in cui mi si diceva che ero incompatibile con la carica di sindaco a causa di quel debito. Invece il Consiglio di Stato prevede che un debito di cui è stata ammessa la rateizzazione come nel mio caso non vuol dire automaticamente incompatibilità".

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