115 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Più di 100mila euro nascosti nella lavatrice e nel wc: sono i soldi delle estorsioni

La Guardia di Finanza, polizia e carabinieri di Brescia hanno svelato in un video come i 15 indagati di ieri nell’ambito dell’operazione “Atto Finale” avevano nascosto i proventi illeciti di estorsione e usura nella lavatrici e nel forno di casa. Gli indagati hanno agito durante il periodo del lockdown nelle province di Brescia, Milano, Reggio Calabria, Cremona e Ascoli Piceno quando gli imprenditori erano in difficoltà a causa delle restrizioni imposte durante i mesi più colpiti dalla pandemia.
A cura di Giorgia Venturini
115 CONDIVISIONI
Immagine

Avevano nascosto nelle zone più impensabili della casa i soldi ottenuti dalle estorsioni. Più di 100mila euro nascosti nella lavatrice ma anche nel forno e nel wc. È quello che mostra un video pubblicato ieri dalla Guardia di Finanza, Polizia e Carabinieri di Brescia che hanno eseguito 12 misure cautelari in carcere e 2 ai domiciliari nei confronti di altrettanti indagati a cui è stato contestato il reato di usura ed estorsione commessi con metodo mafioso. Gli indagati hanno agito durante il periodo del lockdown nelle province di Brescia, Milano, Reggio Calabria, Cremona e Ascoli Piceno quando gli imprenditori erano in difficoltà a causa delle restrizioni imposte durante i mesi più colpiti dalla pandemia.

La rete di usura di Vincenzo Facchineri

Le indagini dell'operazione "Atto finale" sono scattate nel dicembre del 2020: la denuncia è partita da un imprenditore stremato dalle continue minacce che subiva da settimane da parte di alcuni esponenti vicini alla ‘ndrangheta. Tutti gli imprenditori che avevano chiesto un prestito usuraio avevano poi avuto difficoltà a rispettare impegni e scadenze: gli indagati così hanno cercato di intimidirli inviando via whatsapp la produzione fotografica delle abitazioni degli imprenditori. L'inchiesta ruoterebbe attorno a Vincenzo Facchineri: l'uomo avrebbe costruito una solida rete in provincia di Brescia basata proprio sull'usura, le intimidazioni e l'estorsione. Secondo gli accertamenti delle forze dell'ordine, avrebbe avuto collegamenti con le cosche della ‘ndrangheta. In passato era legato anche a esponenti della Banda della Magliana e della Mala del Brenta.

Società "cantiere" per un giro di fatture falsee

Ma c'è di più: questi mesi di indagine hanno dimostrato che il radicamento soprattutto nella provincia di Brescia e nel suo tessuto economico della ‘ndrangheta. Questa si serve di decine di società "cantiere" italiane ed estere per assicurarsi un giro di fatture false per decine di milioni di euro a vantaggio di imprese locali. In questo modo nel tempo hanno "inquinato" l'economica legale attraverso l’erogazione di servizi fiscali illeciti. Ora tutto è stato svelato da carabinieri, polizia e dalle Fiamme Gialle: oltre agli arresti di ieri sono state eseguite 20 perquisizioni ed è stata sottoposta a sequestro preventivo una somma di 77mila e 540 euro. Soldi derivati secondi gli investigatori dall'usura e dall'estorsione.

115 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views