Pestano un loro connazionale per affermare il proprio dominio nel Cremasco: arrestati 5 indiani

Volevano affermare il loro dominio sul territorio di Ricengo, un paese nel Cremasco. Per questo motivo, non si sono lasciati sfuggire l'occasione di tendere un agguato a quello che, probabilmente, era un pezzo grosso di una banda rivale. Era la sera del 29 gennaio quando un cittadino indiano di 30 anni è stato trovato privo di sensi davanti all'ospedale Maggiore di Crema. Aveva ferite da tagli su tutto il corpo e numerosi traumi causati. Segni di un violento pestaggio ad opera di sette suoi connazionali. Dopo vari appostamenti e pedinamenti, cinque sono stati arrestai mentre due hanno fatto perdere le proprie tracce.
La sera del 29 gennaio
Il 30enne stava aspettando un suo amico sotto casa a Bottaiano, una frazione di Ricengo. Ad un certo punto vede avvicinarsi un'auto a tutta velocità che prova a investirlo. Lui scappa, ma si infila in un vicolo cieco dove avviene il primo pestaggio. I suoi aggressori, poi, gli legano le mani dietro la schiena e lo costringono a salire sull'auto. Lo portano in una zona isolata nella campagna vicina a Romanengo, pochi chilometri più in là. Arrivano sul posto anche altri membri della banda e inizia così il secondo pestaggio con bastoni, mazze di fermo e varie armi da taglio. Oltre alle botte, anche una minaccia: "Non metterti contro di noi, altrimenti uccidiamo te e la tua famiglia". A portarlo al pronto soccorso di Crema sono stati proprio i suoi aggressori, visto che lui aveva perso già conoscenza.
L'arresto e i due fuggitivi
Poche ore dopo è scattata l'operazione di polizia chiamata "Agguato". Appostamenti e pedinamenti hanno portato all'identificazione dei sette indiani autori dell'aggressione. D'età compresa tra i 25 e i 40 anni, lavorano tutti in delle stalle tranne uno che aveva un'officina meccanica a Brescia. Per i sette, il giudice per le indagini preliminari Elisa Mombelli ha disposto l'arresto con l'accusa di sequestro di persona e lesioni personali aggravate. Cinque sono stati arrestati e condotti al carcere di Cremona, mentre due, tra cui l'ex titolare dell'officina, sono riusciti a far perdere le proprie tracce. Per loro continuano le ricerche, anche a livello internazionale.