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Perché la sentenza per Alessia Pifferi non avrà alcuna conseguenza sul processo per le psicologhe indagate

La sentenza di ieri che ha ridotto a 24 anni la pena per Alessia Pifferi, che ha fatto morire di stenti la figlia Diana nel Milanese, non dovrebbe avere alcuna ripercussione sul secondo filone di indagine, il cosiddetto Pifferi Bis, per il quale sono indagate quattro psicologhe del carcere San Vittore e l’avvocata che difende Pifferi.
A cura di Ilaria Quattrone
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Foto di Chiara Daffini
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Ieri, mercoledì 5 novembre 2025, la Corte d'Assise d'Appello di Milano ha ridotto la pena dall'ergastolo a 24 anni per Alessia Pifferi, la donna accusata di aver fatto morire di stenti la figlia Diana in un appartamento nel Milanese. I giudici hanno escluso l'aggravante dei futili motivi, che invece era stata riconosciuta in primo grado. La decisione dei magistrati non dovrebbe avere alcuna ripercussione sul secondo filone di indagine che è sempre relativo al caso di Alessia Pifferi, ma che riguarda le quattro psicologhe del carcere di San Vittore e l'avvocata della donna. Le dottoresse sono accusate di aver "manipolato" la donna al fine di farle ottenere la perizia psichiatrica. Al centro dell'inchiesta vi è anche la somministrazione del test Weis, i cui risultati dimostrerebbero che la donna abbia un Q.I. di 40, pari a quello di una bambina.

A confermare che la sentenza di ieri non dovrebbe avere alcuna ripercussioni sul processo Pifferi bis è il legale Mirko Mazzali, difensore di una delle dottoresse: "Bisognerebbe leggere le motivazioni, ma direi di no": ha infatti detto alla redazione di Fanpage.it. 

Il legale ha poi precisato che la sua linea difensiva "esula dal se fosse necessaria o meno sottoporre Alessia Pifferi a una perizia psichiatrica. E anche nell'eventualità in cui la perizia non avesse dovuto essere stata fatta, comunque averlo fatto non costituisce un reato". "Il punto contestato è se il test effettuato fosse falso o meno", ha poi proseguito. E il riferimento è proprio alla somministrazione a Pifferi del test di Weis.

"Per noi, al di là del fare o non fare il test, questo non è comunque falso", ha continuato il legale. E proprio domani, venerdì 7 novembre 2025, si svolgerà un'altra udienza, durante la quale i legali concluderanno i loro interventi.

(Ha collaborato Enrico Spaccini)

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