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Perché i tagli alla metro M4 di Milano previsti dalla legge di Bilancio 2026 mettono a rischio anche M5 e M6

La prima bozza della legge di Bilancio del 2026 prevede un taglio pari a 15 milioni di euro negli investimenti al Trasporto pubblico di Milano. Come spiegato a Fanpage.it da Dario Balotta, ex sindacalista ed esponente di Europa Verde, quei soldi andavano a coprire una parte della spesa annuale per la linea M4 della metropolitana. “Questa vicenda ci insegna che c’è bisogno di strumenti di investimento diversi, i privati devono prendersi più responsabilità”.
A cura di Enrico Spaccini
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La metropolitana M4
La metropolitana M4

La prima bozza della legge di Bilancio del 2026 è stata trasmessa al Senato da un paio di giorni e già ha sollevato diverse polemiche. Tra queste, quella relativa al taglio di circa 80 milioni di euro alle metropolitane di Roma, Napoli e anche di Milano. Il capoluogo lombardo, in particolare, il prossimo anno otterrebbe solo 750mila euro di finanziamenti, contro i 15 milioni e 750mila euro promessi. Essendo una bozza, la manovra si può ancora modificare, e in questo ci spera anche Beppe Sala, ma potrebbe anche rimanere tale e quale. "I 15 milioni di euro servivano per pagare una parte dei costi per la realizzazione della linea M4 della metropolitana", ha spiegato l'ex sindacalista ed esponente di Europa Verde Dario Balotta a Fanpage.it: "Milano già prima faceva fatica a pagare, ora dovrà andare a cercare soldi a danno degli altri servizi. Se non si cambiano i meccanismi di spesa pubblica, anche i progetti per M5 e M6 sono a rischio".

Dario Balotta
Dario Balotta

Come possiamo interpretare questa scelta del governo?

Possiamo dire che il governo con questi tagli ai Trasporti ha voluto colpire il tallone d'Achille di Milano, che è proprio la M4. L'assetto finanziario della nuova linea e i costi, che durante la fase di realizzazione sono cresciuti, erano già un problema prima. Ogni anno il Comune deve affrontare la questione dei mutui per il bilancio e quei 15 milioni di euro avrebbero dovuto coprirne una parte.

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Quanto pesano in concreto questi 15 milioni di euro in meno?

Il Comune di Milano ogni anno deve versare un rimborso superiore ai 40 milioni di euro per la costruzione della linea blu della metropolitana e, ad oggi, i ricavi non coprono i costi di esercizio, perché non è entrata ancora a regime. Se la legge di Bilancio del 2026 dovesse rimanere così come è stata presentata, Palazzo Marino dovrà farsi carico dell'intera spesa e questo potrebbe portare al taglio di altri servizi, tutto ai danni dei cittadini. Perché la metropolitana è bella, ma bisogna anche pagarla.

Il Comune di Milano non aveva messo in conto la possibilità di dover ripagare da solo l'investimento fatto?

Dobbiamo dire che il Comune ha fatto un azzardo nel costruire la metropolitana, e ancora di più nel deresponsabilizzare del tutto il privato e addossare responsabilità e costi solo sul soggetto pubblico. Milano ha sempre fatto fatica a coprire i costi di investimento e di gestione e lo farà ancora per molto tempo. È chiaro che se poi vengono a mancare gli impegni finanziari che il governo si era preso, come è appunto il caso di questi 15 milioni di euro, la faccenda si complica ancora di più.

Quindi, secondo lei, il problema non sono solo i 15 milioni che potrebbero non arrivare dal governo, ma il progetto finanziario che stava alla base del progetto M4.

Certo, è tutto il castello che cade. Perché se fino ad ora si poteva fare affidamento su un supporto del governo, con questa bozza di manovra, che venga poi approvata o meno, si scopre che potrebbe venire a mancare da un giorno all'altro. Le metropolitane vanno fatte con progetti finanziari innovativi, che danno responsabilità al soggetto privato. I vecchi meccanismi della spesa pubblica finora si sono dimostrati costosissimi.

La possibilità di un taglio di 15 milioni euro ai Trasporti di Milano potrebbe mettere a rischio in qualche modo anche i progetti futuri della città? Penso, ad esempio, all'allungamento della linea M5 fino a Monza e dell'idea della nuova M6.

Questa vicenda ci insegna che non si può fare cieco affidamento sul governo. Vuol dire che non si deve puntare esclusivamente sulle infrastrutture, quindi costruire nuove metropolitane e fare di tutto per aggiungere più fermate, e nel frattempo ignorare la gestione e sopprimere centinaia di corse all'anno dei mezzi di superficie. L'allungamento fino a Monza e i potenziamenti sono solo una parte della mobilità sostenibile. Dobbiamo puntare su strumenti di investimento diversi e intervenire anche su altre forme di mobilità, magari meno costose.

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