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Pena dimezzata per il filosofo Leonardo Caffo: dovrà intraprendere un percorso per uomini maltrattanti

Caffo, già condannato a 4 anni per maltrattamenti e lesioni nei confronti dell’ex compagna, ha chiesto il concordato in appello condizionato a un percorso psico-educativo in un centro per uomini autori di violenze.
A cura di Enrico Spaccini
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Leonardo Caffo (foto da LaPresse)
Leonardo Caffo (foto da LaPresse)

È stata dimezzata la pena, da 4 a 2 anni, nei confronti di Leonardo Caffo, condannato in primo grado un anno fa per maltrattamenti aggravati e lesioni gravi ai danni dell'ex compagna. Lo ha deciso la giudice durante l'udienza di oggi, giovedì 18 dicembre, accogliendo la richiesta avanzata dall'avvocato Fabio Schembri, difensore del filosofo 37enne, che aveva già ottenuto il consenso della sostituta procuratrice generale, Franca Macchia.

La richiesta di concordato e di assoluzione per lesioni

Attraverso il suo legale, Caffo ha chiesto e ottenuto quindi il concordato in appello (che comporta la rinuncia dei motivi in appello in favore di una riduzione di condanna) condizionato a un percorso psico-educativo in un centro specializzato per uomini autori di violenze per ottenere il dimezzamento della pena. L'accordo è stato presentato con il consenso della sostituta pg Macchia, e prevedeva anche la revoca di parte civile della ex, il riconoscimento delle circostanti generiche sull'aggravante contestata nell'accusa per maltrattamenti, la sospensione della pena e la non menzione.

La Corte ha inoltre assolto il filosofo dall’accusa di lesioni perché il fatto non costituisce reato, accogliendo la tesi della difesa di Caffo secondo cui non ci sarebbe stata alcuna intenzione di causare alla donna la frattura a una mano rimediata durante una lite domestica.

La sentenza di primo grado

Caffo era stato denunciato dall'ex compagna nel luglio del 2022 e il 10 dicembre 2024 era stato condannato in primo grado dal Tribunale di Milano per maltrattamenti aggravati e lesioni gravi. La Procura aveva chiesto nei confronti del filosofo una condanna a 4 anni e 6 mesi di reclusione, ma i giudici avevano deciso per 4 anni, il risarcimento complessivo di 45mila euro e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici.

Come riportato nelle motivazioni della sentenza, Caffo avrebbe adottato nei confronti della donna un "comportamento che denota una volontà manipolatoria" basato su "schemi patriarcali del tutto inaccettabili". Per i giudici di primo grado, quindi, si sarebbe reso autore di "reiterati e costanti" atteggiamenti "mortificanti e vessatori" che "diverse volte" sono sfociati in "violenza soprattutto verbale" ma anche "fisica".

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