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Omicidio Vasilica Potincu, chiesta la scarcerazione per Andrea Mostoni: “Non ci sono prove contro di lui”

L’avvocata Emanuela Re ha chiesto la scarcerazione di Andrea Mostoni. Il 29enne era stato arrestato lo scorso 28 maggio per l’omicidio di Vasilica Potincu, trovata senza vita a Legnano (Milano). Per la legale, non ci sarebbero gravi indizi di colpevolezza a carico del suo assistito, che respinge ogni accusa.
A cura di Enrico Spaccini
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Vasilica Potincu e Andrea Mostoni
Vasilica Potincu e Andrea Mostoni

Chiede la scarcerazione Andrea Mostoni, il 29enne che lo scorso 28 maggio è stato arrestato per l'omicidio di Vasilica Potincu, trovata senza vita in un appartamento di Legnano (nella Città Metropolitana di Milano) il 25 maggio. Secondo gli inquirenti, sarebbe stato lui a uccidere l'escort 35enne, per la quale avrebbe sviluppato un'ossessione. Emanuela Re, la legale che difende Mostoni, ha ripetuto il fatto che il suo assistito respinge ogni accusa e, ritenendo che non ci siano gravi indizi di colpevolezza a suo carico, ha impugnato l'ordinanza di arresto e chiesto la scarcerazione per il 29enne. L'udienza verrà fissata nei prossimi giorni.

Stando a quanto ricostruito finora, Mostoni era un cliente di Potincu, che viveva a Cinisello Balsamo ma riceveva in un appartamento di via Stelvio a Legnano, dove è stata trovata senza vita la mattina del 25 maggio. Per gli inquirenti, il 29enne di Robecco sul Naviglio avrebbe sviluppato un'ossessione nei suoi confronti, al punto da arrivare a farle bonifici da decine di migliaia di euro. Il 29enne avrebbe, però, iniziato a chiedere indietro quei soldi e Potincu si era rivolta a un avvocato che le avrebbe consigliato di allontanarsi da lui.

La sera del 24 maggio Mostoni sarebbe stato ripreso da alcune telecamere di sorveglianza nei pressi dell’abitazione di Potincu poco prima della sua morte. I varchi elettronici avrebbero registrato il passaggio della sua auto e gli investigatori non escludono ancora la possibilità della premeditazione del delitto.

Mostoni è stato arrestato il 28 maggio al termine di una perquisizione domiciliare e il 30 maggio la gip del Tribunale di Busto Arsizio Anna Giorgetti aveva convalidato il fermo. Sia davanti alla giudice che con il sostituto procuratore Ciro Caramore, il 29enne si era avvalso della facoltà di non rispondere limitandosi a respingere ogni accusa.

Ora la sua difesa, rappresentata dall'avvocata Re, ha presentato al Tribunale del Riesame la richiesta della revoca della misura cautelare in carcere. La legale ha ribadito che il suo assistito respinge le accuse e sostenuto che a suo carico non ci sarebbero gravi indizi di colpevolezza. Per Re non ci sarebbe pericolo di fuga, inquinamento probatorio e nemmeno reiterazione del reato.

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