Omicidio Sharon Verzeni, Sangare riconosciuto capace di intendere: cosa succede oggi in aula

Nell'ultima udienza del processo a carico di Moussa Sangare, il 31enne accusato di aver ucciso a coltellate Sharon Verzeni mentre faceva jogging a Terno d'Isola (Bergamo) nella notte tra il 29 e il 30 luglio 2024, era stato riconosciuto all'imputato un disturbo misto di personalità di tipo narcisistico e antisociale, ma questo – secondo la dottoressa Giuseppina Paulillo – non avrebbe influito sulla sua comprensione della realtà. Per questo, Sangare era stato considerato "capace di intendere e di volere" al momento dei fatti. Oggi, lunedì 22 settembre, in aula verranno discussi dalle parti proprio i risultati di tale perizia.
L'omicidio di Sharon Verzeni
Sharon Verzeni è stata uccisa il 30 luglio 2024 a Terno d'Isola (Bergamo) dove viveva insieme al compagno con il quale avrebbe dovuto sposarsi. La 31enne era uscita per una passeggiata notturna, quando uno sconosciuto l'ha aggredita alle spalle ferendola a morte con tre coltellate alla schiena e una al petto. Dopo un mese d'indagini, gli inquirenti sono riusciti a dare un volto all'uomo in bicicletta attraverso l'analisi dei video delle telecamera di sorveglianza. Così, Moussa Sangare è stato arrestato con l'accusa di omicidio.
Dapprima il 31enne ha cercato di sviare i sospetti su di lui, tagliandosi i capelli e sostituendo alcuni componenti della bicicletta con cui avrebbe realizzato l'omicidio. Poi, però, aveva confessato ai carabinieri di aver ucciso la donna senza un preciso motivo: "Ha ucciso per noia, in cerca di emozioni forti", aveva detto la gip convalidando l'arresto del 30enne. Tuttavia, alla prima udienza del dibattimento che si è tenuta lo scorso marzo Sangare si era dichiarato innocente ritrattando le sue confessioni. Per questo la Corte d'Assise di Bergamo aveva poi deciso di disporre la perizia psichiatrica nei suoi confronti.
La perizia psichiatrica
L'incarico è stato affidato alla dottoressa Giuseppina Paulillo, direttrice dell'Unità operativa complessa ‘Residenze psichiatriche e psicopatologia forense' dell'Ausl di Parma. L'elaborato, depositato lo scorso agosto, si è basato su due colloqui con l'imputato e alcuni test psichiatrici. Il perito avrebbe individuato in Sangare un disturbo misto di personalità di tipo narcisistico e antisociale e un disturbo da uso di cannabinoidi. La dottoressa Paulillo ha, infatti, sottolineato come Sangare non abbia mostrato sensi di colpa né rimorsi per quello che ha fatto, descrivendolo come un soggetto alla ricerca di esperienze eccitanti e adrenaliniche senza prendere in considerazione le conseguenze che potrebbero avere. Elementi che però, secondo la dottoressa, non avrebbero influito sulla sua comprensione della realtà. Oggi, lunedì 22 settembre, in aula verranno discussi dalle parti i risultati di tale perizia.