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Omicidio Sharon Verzeni

Omicidio Sharon Verzeni, lo psichiatra: “Sangare ha ucciso per il piacere di farlo, lucidità terrificante”

Per Massimo Biza, psichiatra per la parte civile, Moussa Sangare avrebbe ucciso Sharon Verzeni “per il piacere di farlo, equiparabile a un omicidio sadico”. Il padre della 33enne di Terno d’Isola (Bergamo): “Non proviamo rancore, ma grande dolore”.
A cura di Enrico Spaccini
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Moussa Sangare e Sharon Verzeni
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Questa mattina, lunedì 22 settembre, in Corte d'Assise a Bergamo si è tenuta una nuova udienza del processo sulla morte di Sharon Verzeni nella quale il perito del Tribunale e i consulenti di parte si sono confrontati sulla capacità di intendere e volere di Moussa Sangare, imputato con l'accusa di aver ucciso la 33enne a coltellate a Terno d'Isola la notte del 30 luglio 2024. Massimo Biza, psichiatra di parte civile, sarebbe stato "un delitto fatto per il piacere di compierlo, equiparabile a un omicidio sadico". Insieme al collega Sergio Monchieri, incaricato dalla Procura, ha ritenuto superflui gli ulteriori esami richiesti da Alessandro Calvo, psicologo e consulente della difesa. Durante la prossima udienza, in programma il 10 novembre, parleranno in aula i familiari di Verzeni e il fidanzato, ovvero le parti civili.

La perizia psichiatrica eseguita nei mesi scorsi dalla dottoressa Giuseppina Paulillo aveva evidenziato in Sangare un disturbo misto di personalità di tipo narcisistico e antisociale e un disturbo da uso di cannabinoidi. Nonostante il fatto che il giovane non abbia mai mostrato sensi di colpa per quanto avrebbe commesso, il 31enne è stato giudicato in grado di stare a giudizio. Per lo psichiatra di parte civile Biza, quello di Verzeni "è stato un delitto fatto per il piacere di compierlo, equiparabile a un omicidio sadico. Sangare voleva provare un'emozione forte, ponendosi di fronte al fatto di essere in grado di fare una cosa grave".

La notte del 30 luglio Sangare avrebbe incrociato altre persone nel suo cammino, ma alla fine avrebbe deciso di accoltellare Verzeni alle spalle mentre camminava con le cuffiette alle orecchie. "Il fatto che avesse scartato altre possibili vittime, dimostra una lucidità terrificante", ha concluso Biza.

Lo psicologo Calvo, incaricato dalla difesa, ha chiesto ulteriori accertamenti per Sangare, sostenendo che il disturbo della personalità riscontrato nella perizia sarebbe "idoneo a compromettere la capacità di intendere e volere". Valutazione che, però, ha visto l'opposizione sia di Biza che del collega Monchieri incaricato dalla Procura.

"Sospettavamo già fosse capace di intendere e volere, il nostro perito lo ha confermato", ha dichiarato Bruno Verzeni, papà di Sharon, all'uscita dal Tribunale: "Non proviamo rancore, ma grande dolore e questo non ce lo toglie nessuno". Presente in aula anche Sergio Ruocco, fidanzato della vittima.

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