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Omicidio di Riccardo Claris, la coltellata ha perforato polmone e aorta: “Sferrata da davanti con colpo da abbraccio”

L’autopsia sul corpo di Riccardo Claris ha confermato la versione dell’indagato Jacopo De Simone: il 24enne è stato colpito sulla schiena frontalmente, non di spalle, con un colpo definito dagli investigatori “da abbraccio”.
A cura di Alice De Luca
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Riccardo Claris (foto da Facebook)
Riccardo Claris (foto da Facebook)

La coltellata alla schiena che ha ucciso il 26enne Riccardo Claris a Bergamo era larga cinque centimetri e tanto profonda da recidere l'aorta e perforargli un polmone. A sferrare il colpo, la sera di sabato 3 maggio, sarebbe stato Jacopo De Simone, 19 anni, come nelle scorse ore lui stesso ha confermato durante l'interrogatorio con il gip, a seguito del quale il giudice ha convalidato il suo arresto e la permanenza in carcere. 

Gli esiti dell'autopsia eseguita ieri mattina sul corpo della vittima all’ospedale Papa Giovanni XXIII dal medico legale Luca Tajana, confermano la versione del presunto assassino, almeno nella parte in cui racconta di non avere aggredito Claris alle spalle, ma di averlo accoltellato sulla schiena da davanti, con un colpo definito dagli investigatori "da abbraccio". La ferita, infatti, sarebbe stata inflitta con una traiettoria trasversale, compatibile con la modalità descritta dall'indagato nel corso dell'interrogatorio.

Resta invece ancora da confermare tutto il resto del racconto. De Simone ha detto agli inquirenti di aver accoltellato il 26enne al culmine di uno scontro di natura calcistica nato tra due gruppi di tifosi, uno (quello di Claris) dell'Atalanta e l'altro (quello dell'indagato) dell'Inter. A scatenarla sarebbe stato, secondo il 19enne, un inno interista che lui avrebbe cantato fuori da un bar vicino allo stadio e a cui Claris avrebbe reagito con atteggiamenti minacciosi. A questo punto De Simone racconta di essersi scusato e allontanato, ma di essere stato poi seguito da Claris e dagli amici che con in mano cinture e catene hanno rincorso lui, il fratello gemello e altri membri del gruppo interista fin sotto casa sua.

De Simone, allora, dice di essersi rifugiato in casa ma di aver deciso, non vedendo più il fratello e temendo per la sua incolumità, di tornare in strada con un coltello. Secondo gli investigatori, però, De Simone avrebbe deciso di salire in casa appositamente per prendere l'arma e già con l'intenzione di affrontare gli inseguitori. Tornato giù, il 19enne avrebbe trovato sua madre che discuteva con Claris e avrebbe deciso di affrontare verbalmente i tifosi dell'Atalanta. A quel punto, nei racconti dell'indagato, Claris lo avrebbe aggredito tentando di colpirlo con la catena e lui avrebbe reagito sferrandogli la coltellata.

Quando i carabinieri sono arrivati sul posto hanno trovato De Simone con le mani insanguinate e piene di tagli. Il 19enne si è subito costituito confessando l'omicidio e consegnandosi ai militari.

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