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Omicidio Carol Maltesi

Omicidio di Carol Maltesi, la confessione di Davide Fontana: “Si muoveva e continuavo a colpirla”

Per il legale difensore “ha ammesso le sue responsabilità, perché voleva liberarsi di un peso”.
A cura di Giorgia Venturini
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"Si muoveva e continuavo a colpirla". Ha raccontato tutto agli inquirenti Davide Fontana, il 43enne in carcere con l'accusa di aver ucciso a martellate la 26enne Carol Maltesi prima di tagliarla in 15 pezzi e conservarla nel congelatore. Poi il corpo lo ha messo in sacchi neri che ha gettato tra le montagne del bresciano. Dalle dichiarazioni dell'uomo, avrebbe colpito Carol al termine di un gioco erotico. In mano impugnava un martello e continuava a colpirla fino a quando non si muoveva più. "Perdeva sangue e le ho tagliato la gola, l'ho fatto per pietà", ha poi raccontato.

La confessione di Davide Fontana

Stando a quanto riporta l'agenzia stampa Ansa, Fontana ha confessato durante l'interrogatorio lo scorso lunedì notte Fontana: "Non so che cosa sia successo. Lei si muoveva con la testa ed io continuavo a colpirla ma non so bene dove perché aveva il sacchetto in testa". E ancora: "A questo punto, resomi conto di cosa avevo fatto, le ho tolto il cappuccio e credo che fosse morta. Non sapendo che altro fare, le ho tagliato la gola con un coltello da cucina a lama liscia che poi ho buttato in un cestino dell'immondizia a Rescaldina. Mi è sembrato che fosse un atto di pietà, vedevo che stava soffrendo e ho concluso le sue pene tagliandole la gola". Dopo averla uccisa Fontana ha prima smembrato il cadavere di Carol utilizzando un'accetta comprata al Bricoman e lo ha poi conservato per due mesi in un freezer comprato appositamente: avrebbe quindi cercato di bruciare il corpo utilizzando un barbecue di una casa affittata sul lago Maggiore. Poi si è disfatto del cadavere, fino a quando non è stato trovato da un passante. Così sono scattate le indagini. L'interrogatorio si è concluso poi con il fermo disposto dal pubblico ministero Lorena Ghibaudo, convalidato oggi mercoledì 30 marzo dal giudice per le indagini preliminari.

Il suo avvocato: Voleva liberarsi di un peso

Per il legale difensore Stefano Paloschi "ha ammesso le sue responsabilità, perché voleva liberarsi di un peso". L'avvocato tiene a ribadire che Fontana non è stato portato dai carabinieri a confessare ma ha deciso di liberarsi lui di un peso che teneva dentro da ormai troppo tempo: durante il primo interrogatorio – dopo che era stata scoperta l'identità del cadavere – ha lasciato una testimonianza e informazioni che sono state poi contraddette. Così i carabinieri hanno interrotto il verbale e chiamato l'avvocato. L'interrogatorio la notte di lunedì è durato tre ore.

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