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Omicidio Carol Maltesi

Omicidio Carol Maltesi, confermato l’ergastolo per Davide Fontana: riconosciuta la premeditazione

Davide Fontana, a processo per l’omicidio dell’ex fidanzata Carol Maltesi avvenuto l’11 gennaio 2022 a Rescaldina (Milano), è stato condannato all’ergastolo nel processo di secondo grado bis. Riconosciuta l’aggravante della premeditazione.
A cura di Francesca Del Boca
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Carol Maltesi e Davide Fontana
Carol Maltesi e Davide Fontana
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La Corte d'Assise d'Appello di Milano ha confermato la condanna all'ergastolo per Davide Fontana nel processo bis per l'omicidio di Carol Maltesi, avvenuto l'11 gennaio del 2022 a Rescaldina (Milano).

A settembre 2024 la Corte di Cassazione aveva annullato parzialmente con rinvio la prima condanna al massimo della pena del 21 febbraio 2024, ordinando di celebrare un nuovo processo solo sull'aggravante della premeditazione a carico del bancario e food blogger di Milano, 45 anni, che nel 2022 ha ucciso la 26enne con cui un anno prima aveva intrattenuto una breve relazione. "Carol Maltesi è stata uccisa perché cercava la sua indipendenza", avevano scritto i giudici della Corte d'Assise d'Appello. "È stata punita con intento vendicativo da Fontana". 

L'uomo infatti, dopo aver ridotto la vittima in "condizione di passività assoluta" con la scusa di girare un video amatoriale, invece di "lasciare andare" la donna o di impegnarsi "a coltivare e a valorizzare il legame con lei", ha scatenato la sua "furia omicida verso un fin troppo facile ed inerme bersaglio". La giovane donna, pochi giorni prima, aveva infatti espresso intenzione di trasferirsi presto tra Praga, dove avrebbe potuto intraprendere la carriera da attrice hard, e il Veronese, dove abitava il figlio di 7 anni.

L'omicidio di Carol Maltesi

Carol Maltesi è morta per le martellate e coltellate ricevute da Davide Fontana mentre era legata, imbavagliata con lo scotch e incappucciata. I due, in quel momento, stavano filmando un video hard che lui stesso le aveva commissionato, attraverso un finto profilo social, per venderlo sulla piattaforma di contenuti per adulti Onlyfans.

Il giorno dopo aver assassinato la 26enne, Fontana aveva comprato un'accetta e un seghetto e tagliato in oltre venti pezzi il corpo, tentando di eliminare i lembi di pelle con i tatuaggi che sono stati poi fondamentali per il riconoscimento. Nelle settimane successive aveva poi tentato di bruciare ciò che rimaneva del corpo e, dopo averlo tenuto in un congelatore a pozzetto acquistato online per l'occasione, lo ha infine gettato in un dirupo a Paline di Borno (Brescia) all'interno di cinque sacchi neri, per venire ritrovato solo il 29 marzo, oltre due mesi dopo l'omicidio.

Le motivazioni della sentenza di primo grado: "Lei disinibita, Fontana la amava e si è sentito usato"

In primo grado la Corte d'Assise di Busto Arsizio, il 12 giugno 2023, aveva condannato Fontana a 30 anni per omicidio, soppressione e occultamento di cadavere, escludendo le aggravanti più pesanti ed evitandogli quindi la pena del carcere a vita. Una sentenza che aveva fatto discutere l'opinione pubblica, a partire dalle motivazioni pubblicate dai giudici. "Fontana si rese conto che ormai Carol Maltesi si stava allontanando da lui, la amava perdutamente", si leggeva infatti nei documenti. "Si è reso conto che la giovane e disinibita Carol Maltesi si era in qualche misura servita di lui per meglio perseguire i propri interessi personali e professionali, e ciò ha scatenato l’azione omicida", ha scritto il presidente della corte di Busto Arsizio. In poche parole, insomma, "a spingere l’imputato non fu la gelosia ma la consapevolezza di aver perso la donna amata, accompagnata dal senso di crescente frustrazione per essere stato usato e messo da parte".

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