Nidi e materne a Milano: per iscrivere bambini stranieri non servirà più il codice fiscale o l’ISEE

Non sarà più necessario il codice fiscale e/o dichiarazioni DSU o ISEE per fruire di servizi o per l'ammissione al pagamento di quota agevolata relativi all'iscrizione ai servizi all'infanzia. A stabilirlo è stato il Tribunale di Milano che, a seguito del ricorso presentato dall’Associazione Naga, ha riconosciuto la condotta discriminatoria indiretta del Comune di Milano nei confronti di bambini figli di cittadini stranieri non in regola con il permesso di soggiorno.
In particolare, l'Associazione ha contestato che la procedura di iscrizione ai nidi, alle sezioni primavera e alla scuola dell’infanzia così come descritta dai Comunicati nn. 2 e 10 del 2023 del Comune di Milano, prevedesse la necessità per i genitori stranieri di avere il codice fiscale e quella di produrre le dichiarazioni DSU e ISEE per la determinazione di rette e quote di compartecipazione alle spese anche di refezione. Questo perché i Comunicati non tenevano conto che i genitori senza permesso di soggiorno non possono avere tali documenti e dichiarazioni. Da qui la volontà di presentare ricorso presso il Tribunale di Milano per accertare tale "condotta discriminatoria".
Così, lo scorso 9 settembre, i giudici della prima sezione civile, hanno riconosciuto che tali Comunicati producevano l’effetto di scoraggiare i genitori stranieri in questione dall’iscrivere i propri figli ai servizi per l’infanzia. Il Tribunale ha quindi ordinato al Comune di cessare la condotta discriminatoria attraverso l'inserimento nei Comunicati relativi alle iscrizioni ai servizi all'infanzia "di espressioni che chiariscano inequivocabilmente la non necessità, a fini di fruizione dei servizi o di ammissione al pagamento di quota agevolata, dell'allegazione del codice fiscale e/o di dichiarazione DSU o ISEE, ove il richiedente non ne sia in possesso".