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Nicoletta Manni nominata étoile al Teatro alla Scala: “Pronta a regalare nuove emozioni al pubblico”

Nicoletta Manni a Fanpage.it ha spiegato le emozioni dopo la nomina di nuova ètoile del Teatro alla Scala di Milano: “Sono scoppiata a piangere: l’emozione era a mille, ancora stento a crederci”.
A cura di Giorgia Venturini
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La nuova ètoile del Teatro alla Scala di Milano Nicoletta Manni
La nuova ètoile del Teatro alla Scala di Milano Nicoletta Manni

Non ci crede ancora Nicoletta Manni. Quando si deve presentare e dire che è la nuova étoile del Teatro alla Scala di Milano sorride incredula. Dopotutto la sera della nomina è stata lo scorso mercoledì ed è stata completamente a sorpresa: alla fine dello spettacolo Onegin, in cui Nicoletta Manni ballava come prima ballerina insieme a Roberto Bolle, il sovrintendente Dominique Meyer e il direttore del corpo di ballo Manuel Legris hanno dato l'annuncio della nomina alla ballerina. "Quando una ballerina brilla così in mezzo alle stelle da anni. E dunque su proposta di Manuel Legris ho il piacere di dire che Nicoletta ha il titolo di étoile", ha dichiarato Mayer. A Fanpage.it Nicoletta Manni racconta le emozioni di quella sera.

Cosa hai pensato quando il sovrintendente ha iniziato a parlare?

Ho pensato a tantissime cose, ma assolutamente non a questa mia nomina. Pensavo che dovesse promuovere qualcuno dell'orchestra o ringraziare qualcuno che andava in pensione. Ma ha iniziato a fare un discorso che non aveva nulla a che vedere con queste cose. Quindi mi sono venuti mille dubbi finché non ho sentito fare il nome di Roberto prima del mio: mi aveva lasciata per ultima. A quel punto ho pensato che doveva accadere qualcosa. Quando ho sentito quelle parole mi si è sciolto il cuore. Sono scoppiata a piangere: l'emozione era a mille, mi sono proprio liberata. E ancora stento a crederci.

Cosa significa essere étoile del Teatro alla Scala di Milano?

Étoile è un titolo e un riconoscimento che qui alla Scala è stato sempre riservato a pochi eletti. Quindi mi rendo conto del profondo valore che ha. Fondamentalmente sul palcoscenico non cambia niente, perché comunque anche da prima ballerina ho interpretato ruoli da ètoile. Sono grata di aver ricevuto questa nomina perché non è assolutamente una cosa scontata, anzi non accadeva da così tanti anni qui alla Scala che non credevo che arrivasse mai questo momento, ma per me o per qualcuno altro adesso. Quindi è qualcosa che mi ha stupito e veramente mi riempie di gioia.

Cosa hai fatto subito dopo la nomina?

Sono corsa dietro alle quinte che c'era mio marito (il ballerino Timofej Andrijashenko). Quella sera non ballava, ma era venuto lo stesso. Anche lui non sapeva nulla. Meno male che c'era perché mi sarebbe troppo dispiaciuto se non ci fosse stato ad assistere a quel momento. Quando il sipario si è chiuso ho condiviso la gioia con lui, con gli amici e i colleghi, con il direttore e il sovrintendente.

Quali sono ora i tuoi obiettivi? 

La cosa importante secondo me è non fermarsi, nel senso che la nomina étoile per me non vuol dire essere arrivata. Mi auguro di andare avanti e di riuscire a donare a me stessa e al pubblico emozioni nuove. Così che mi auguro anche di interpretare nuovi ruoli, nuovi balletti. È una ricerca senza fine che mi auguro non finisca mai. La cosa più bella forse di questo mestiere è proprio il fatto di non arrivare mai.

Roberto Bolle ha voluto complimentarsi con te anche attraverso i social: parlando di te ha usato parole come sacrifici, passione e umiltà. Quanti sacrifici ci sono dietro a questo successo?

Il post di Roberto me la sono fatta leggere dai miei genitori al telefono e mi ha commessa. Ci sono tanti sacrifici: sembra una favola, però anche nelle favole ci sono i momenti impegnativi che ti mettono veramente a dura prova e avere accanto persone, come la famiglia e i colleghi, che ti aiutano a superare questi momenti sono una fortuna grandissima e questa è la mia più grande forza. Da Roberto ho imparato anche l'umiltà.

La tua è una carriera di successo: quali sono state le tappe principali?  

Sicuramente il primo passo importante è stato quello di arrivare qui a Milano a dodici anni ed entrare a far parte della scuola di ballo del Teatro alla Scala. La formazione è uno dei momenti più importanti per un ballerino. Quindi essere parte di una grande scuola che ha formato ballerini importantissimi in tutto il mondo è stato già un buon punto di partenza. Poi anche il fatto di aver fatto un'esperienza all'estero mi ha formato tantissimo, perché credo che sia giusto anche conoscere, ampliare le nostre conoscenze uscendo anche fuori dal nostro Paese.

L'altro grande passo è stato quello di rientrare alla Scala, a casa, quando c'è stata la possibilità. Sono entrata come corpo di ballo aggiunto: quell'anno è stato un anno importante perché mi sono state date delle possibilità enormi come ballerina giovane e inesperta. E da lì, dopo tanti ruoli, debutti e spettacoli, è arrivata la promozione a prima ballerina. Un altro passo importante è stato sicuramente gli incontri con i coreografi e i maestri che sono sempre stati qui al mio fianco.

Come è scandita la giornata lavorativa di una ballerina?

La giornata lavorativa inizia alle dieci di mattina con il nostro riscaldamento che dura circa un'ora e un quarto. Poi abbiamo una breve pausa e dopo iniziano le prove per le produzioni che stiamo provando, che possono essere diverse. La giornata lavorativa termina di solito alle 17.30 con una pausa pranzo. Chiaramente però questa è la giornata tipo di quando non abbiamo gli spettacoli: quando c'è lo spettacolo la sera, la mattina lavoriamo circa mezza giornata per poi avere un breve riposo nel pomeriggio prima di iniziare la preparazione per lo spettacolo della sera.

Tra i colleghi c'è anche tuo marito, com'è lavorare con lui? 

Lavorare con mio marito adesso è un punto di forza: la cosa più difficile è trovare l'equilibrio tra la vita privata e la vita lavorativa. Ci siamo conosciuti al lavoro, quindi il nostro rapporto nasce come partner al lavoro e successivamente si è creato questo amore profondo e bellissimo. Però è chiaro che quando si ha una confidenza tale tra due persone, ogni tanto si litiga. La cosa importante è non portare il lavoro a casa. A casa stacchiamo, non balliamo.

Hai passato un anno e mezzo di grandi emozioni: compresa la proposta di matrimonio dopo uno spettacolo all'Arena di Verona…

È un anno e mezzo che piangiamo di gioia. La proposta di matrimonio di mio marito all'Arena è stata una sorpresa bellissima perché mi ha sempre confessato di non volerlo fare in pubblico, che questo sarebbe stato un momento di intimità tra noi. Alla fine il palcoscenico è un momento per noi intimo. Roberto è stato un perfetto complice di mio marito. E in platea, a mia insaputa, c'erano la mia famiglia e i miei amici.

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