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Nessuna ambulanza di notte: papà riporta a casa la figlia disabile sotto il diluvio

È accaduto all’ospedale di Alzano (Bergamo). La figlia, disabile, si trovava in Pronto soccorso per una distorsione alla caviglia. Il papà ha preso la carrozzina e l’ha riportata a casa a piedi, sotto il diluvio. “Vergogna, di notte nessuna ambulanza privata”
A cura di Francesca Del Boca
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Inizia tutto con un'innocua passeggiata in campagna, e finisce nel dramma. Un gruppo di persone che cammina in compagnia: tra di loro c'è anche un papà, che spinge la figlia disabile sulla carrozzina. All'improvviso, forse colpa della strada, molla la presa. Perde il controllo della carrozzina, che va a sbattere contro una fioriera di cemento: la ragazza, che non riesce a evitare lo schianto, si fa male alla caviglia sinistra. Un dolore che all'inizio pare sopportabile, ma che con il passare delle ore aumenta sempre di più. Così, dai campi di Scanzorosciate (Bergamo) il papà chiama l'ambulanza. Alle 17 i due arrivano al Pronto soccorso dell'ospedale di Alzano, e il padre lascia la figlia in mano ai dottori per una visita urgente. Tutto liscio, per il momento.

Le ambulanze che non arrivano

La ragazza viene dunque visitata, e riceve il referto: niente di cui preoccuparsi, solo una lussazione al piede. Nel frattempo, tra i tempi di attesa, le fasciature e le lastre, si sono fatte le 23. I genitori aspettano intanto che la figlia ritorni a casa trasportata da un'ambulanza attrezzata, viste le sue condizioni. É tetraplegica, e non riesce a piegare le gambe: non può salire su una normale automobile. Niente da fare. In ospedale le ambulanze, in quel momento, sono disponibili solo per il soccorso d'urgenza pubblica e non per utilizzo privato. La famiglia così telefona a più di dieci servizi di trasporto a pagamento, e tutti rispondono alla stessa maniera: a quell'ora è troppo tardi, non c'è personale.

Il papà si carica la carrozzina e parte a piedi

Ormai è mezzanotte inoltrata, e la figlia è ancora bloccata all'ospedale di Alzano. Si arrabbia, ha paura. É il papà a prendere l'iniziativa: prende la carrozzina elettrica e la trasporta verso il Pronto soccorso. Percorre 4 chilometri di notte, sotto una pioggia improvvisa. Supera il fiume Serio e arriva dalla ragazza, bagnato da capo a piedi nonostante l'ombrello e la giacca. Dopo averla caricata sulla sedia a rotelle, e averla protetta con una cerata anti pioggia, la riporta a casa a piedi. Altri 4 chilometri al buio, sotto l'acqua.

"Una vergogna"

«Siamo andati a dormire alle tre", ha detto la figlia all'Eco di Bergamo. "Non ce la facevo più, ho chiamato mio papà a casa ed è partito con la mia sedia a rotelle, spingendola a piedi per tutta la strada. Ce l’aveva fatta". E conclude con parole di delusione, e allo stesso tempo di amore immenso verso chi la accudisce e la protegge in ogni situazione. "Non ho parole, dico solo che è una cosa vergognosa. Grazie a Dio ho due genitori meravigliosi e insostituibili, sono la mia vita".

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