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Nessun drone russo ha sorvolato il centro di ricerca Ue del lago Maggiore, i pm: “Falsi positivi, archiviare”

La Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione dell’indagine per spionaggio sui presunti sorvoli di droni russi sul Jrc di Ispra (Varese). Stando a quanto emerso, si sarebbero trattati solo di falsi positivi dovuti a interferenze.
A cura di Enrico Spaccini
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Immagine di repertorio (foto da LaPresse)
Immagine di repertorio (foto da LaPresse)

Tra il 20 marzo e il 14 aprile, poi ancora tra il 16 aprile e il 27 maggio, il sistema di sicurezza del Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea Jrc di Ispra (in provincia di Varese) aveva segnalato più volte presunti sorvoli di un drone di fabbricazione e uso esclusivo russo sulla divisione elicotteri di Leonardo-ex Finmeccanica a Vergiate (Varese). La Procura di Milano aveva aperto un'inchiesta, a carico di ignoti, con le ipotesi di reato di "spionaggio politico e militare", "associazione a delinquere con finalità di terrorismo o eversione" e "attentato alla sicurezza dei trasporti". In seguito a varie verifiche, però, si è scoperto che in realtà non c'era nessun drone, ma solo una serie di falsi dispositivi causati dalla sovrapposizione di interferenze e dai mancati riavvii regolari del software anti-drone del Centro.

Il Jrc di Ispra fornisce prove scientifiche e supporto tecnico alle politiche dell’Unione Europea e collabora anche con l’Europol. Come impianto di sicurezza, ha un sistema HD5-R Anti-drone System: fornitore è la tedesca DeDrone GmbH, produttore dell'hardware la cinese Lizheng Tecnology mentre il software è realizzato dalla lettone Raw-Tech. Grazie a un algoritmo, il sistema riesce a confrontare le frequenze in un raggio di cinque chilometri con quelle inserite in un database e con le frequenze conosciute dei droni. Lo scorso marzo era scattato l'allarme perché il sistema anti-drone aveva rilevato l'apparente sorvolo del russo Zala 421, prodotto dalla Zala Aero Group già sottoposta a sanzioni europee per il supporto all’invasione dell’Ucraina. A incrementare i sospetti, un'auto Cadillac era stata avvistata nei pressi del Jrc proprio in quei giorni e, dai tabulati telefonici, appariva in contatto con 14 utenze russe.

Partita la denuncia alla Procura di Milano, il procuratore aggiunto Eugenio Fusco e il pm Alessandro Gobbis hanno avviato gli accertamenti del caso, con il supporto anche del Ros dei carabinieri e di un'azienda romana accreditata dal ministero della Difesa per i sistemi anti-drone. Come riportato dal Corriere della Sera, è stato accertato che i ventidue sorvoli totali registrati la scorsa primavera erano in realtà falsi positivi. Questi, infatti, sarebbero stati determinati dalla sovrapposizione tra le interferenze autogenerate dal sistema di sicurezza e l'attività di un amplificatore di segnale Gsm comprato su Amazon comprato da una famiglia di Ispra perché in casa il cellulare non prende bene.

La stessa azienda della Lettonia, che ha prodotto il software anti-drone, ha ribadito che il sistema "richiede riavvii regolari entro un arco temporale specifico", altrimenti un uso continuo può portare a "decodificazioni non accurate che possono portare a una classificazione errata dei segnali ricevuti". La Cadillac, invece, è di proprietà di un imprenditore che è solito mettersi in contatto con turisti russi che posseggono ville nei pressi del lago Maggiore.

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