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Antonio Di Fazio, il manager arrestato per stupro

Narcotizza, violenta e fotografa stagista: il manager arrestato potrebbe aver abusato di altre donne

Si chiama Antonio Di Fazio ed è l’amministratore unico dell’azienda farmaceutica Global Farma l’uomo arrestato ieri mattina dai carabinieri a Milano con l’accusa di aver narcotizzato, violentato e fotografato una ragazza di 21 anni che aveva fatto un colloquio per uno stage nella sua azienda. La studentessa potrebbe non essere l’unica vittima dell’uomo, ritenuto dagli inquirenti un violentatore seriale. Il manager si spacciava anche per alto commissario per l’emergenza Covid.
A cura di Francesco Loiacono
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Si chiama Antonio Di Fazio ed è l'amministratore unico dell'azienda farmaceutica Global Farma l'uomo arrestato ieri mattina dai carabinieri a Milano con le pesantissime accuse di violenza sessuale aggravata, sequestro di persona e lesioni personali aggravate. Lo scorso marzo, stando alle indagini dei militari dell'Arma e della procura di Milano, l'uomo avrebbe narcotizzato con un ansiolitico una studentessa 21enne che era andata a fare un colloquio per uno stage nella sua azienda. Poi, approfittando dello stato di stordimento della giovane, l'avrebbe costretta a rimanere tutta la notte nella sua abitazione, avrebbe abusato di lei e le avrebbe scattato anche delle foto durante la violenza sessuale.

Stando a una prima ricostruzione dei fatti, Di Fazio avrebbe drogato la ragazza versando dei tranquillizzanti nel caffè e in un succo d'arancia. Poi avrebbe approfittato di lei e le avrebbe scattato delle foto: durante la serata la studentessa solo per un breve momento ha ripreso conoscenza rendendosi conto che qualcosa non andava senza avere però le forze per reagire. Verso mezzanotte l'imprenditore avrebbe rivestito la vittima e l'avrebbe riaccompagnata a casa in auto e messa a letto: al risveglio il giorno successivo la studentessa è andata al pronto soccorso dove ha scoperto di essere stata drogata e abusata. I medici hanno scoperto dalle analisi del sangue che la 21enne aveva in corpo 900 ml di benzodiazepine. La vittima si è presentata poi dai carabinieri e ha poi sporto denuncia: i militari, guidati dal capitano Silvia Maria Ponzio, hanno così fatto scattare le indagini. Ad incastrare l'arrestato sarebbero state anche le foto della vittima trovate nel suo cellulare.

Gli inquirenti chiedono alle altre vittime di farsi avanti

La procura ipotizza che l'uomo possa aver violentato, in maniera simile, altre donne. Per questo gli inquirenti hanno lanciato un appello a tutte le sue potenziali vittime, affinché si mettano in contatto con i carabinieri della compagnia di Porte Monforte in viale Umbria che hanno condotto le indagini. E da qui anche l'esigenza di pubblicare nome e foto dell'imprenditore arrestato, che si trova ora in carcere e potrà, nel caso, provare la sua innocenza. Un compito che non si preannuncia però facile: nei vari telefoni e negli altri device elettronici del 50enne sarebbero state trovate, infatti, tracce della violenza ai danni della 21enne e anche di altre donne. Le indagini del procuratore aggiunto Letizia Mannella e del pubblico ministero Alessia Menegazzo, del Dipartimento "Tutela della famiglia, dei minori e di altri soggetti deboli" della Procura di Milano, sono partite lo scorso 28 marzo dopo la denuncia della 21enne, studentessa universitaria della Bocconi.

L'uomo millantava di essere un alto commissario per l'emergenza Covid

La ragazza il 26 marzo di quest'anno era andata a fare un colloquio di lavoro nell'azienda del manager, che sul sito web viene presentata come "leader nella distribuzione di farmaci e presidi sanitari". Il manager, che per via di un contratto di forniture di mascherine alla Regione Lombardia millantava di essere un alto commissario per l'emergenza Covid, l'ha poi convinta ad andare a casa sua con la scusa di incontrare altri imprenditori. Dopo aver bevuto un caffè e un succo di arancia la ragazza ha però avuto una sorta di black-out: si è risvegliata l'indomani a casa sua con addosso i vestiti indossati la sera prima e un senso di stordimento. Le indagini dei carabinieri hanno chiarito il perché: il manager l'avrebbe narcotizzata con del Bromazepam, un ansiolitico trovato in casa dell'imprenditore, e avrebbe poi abusato di lei.

Quando i carabinieri si erano presentati in casa dell'imprenditore per una perquisizione il manager, capendo di essere stato scoperto, avrebbe cercato di accusare di estorsione la studentessa e la sua famiglia e di crearsi un alibi. È stato però tutto inutile: ieri i carabinieri lo hanno arrestato e portato in carcere, dove resta adesso a disposizione dell'autorità giudiziaria. E adesso il facoltoso manager, che sui social appare con auto di lusso ma anche ritratto assieme ai suoi affetti, dovrà difendersi dalle pesanti accuse, che potrebbero presto moltiplicarsi.

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