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Antonio Di Fazio, il manager arrestato per stupro

Antonio Di Fazio, definitiva la condanna a 9 anni per stupro: aveva drogato e violentato cinque donne

La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso: per Antonio Di Fazio, accusato di aver narcotizzato e violentato cinque donne, si aprono le porte del carcere. Rinvio ai giudici di secondo grado per gli abusi alla ex: per la Suprema Corte non sono stalking (reato prescritto) ma maltrattamenti.
A cura di Francesca Del Boca
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L'imprenditore farmaceutico Antonio Di Fazio è accusato di aver drogato e violentato sei donne a Milano
L'imprenditore farmaceutico Antonio Di Fazio è accusato di aver drogato e violentato sei donne a Milano
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È diventata definitiva la condanna a 9 anni per l'imprenditore farmaceutico Antonio Di Fazio, responsabile di violenze sessuali nei confronti di cinque donne aveva stordito con benzodiazepine sciolte nelle bevande.

La prima a denunciare era stata una ragazza di 21 anni, attirata nell'appartamento dell'uomo con la promessa di un colloquio di lavoro per uno stage formativo nella sua azienda: è qui che Di Fazio l'avrebbe così drogata, spogliata, violentata e persino fotografata, nuda e incosciente.

Attraverso queste immagini, ritrovate nel cellulare, è stato possibile risalire anche alle altre quattro vittime del manager, che si sono fatte avanti dopo la denuncia della 21enne. Di Fazio avrebbe infatti attirato nella stessa trappola anche loro, utilizzando lo stesso modus operandi della prima storia venuta allo scoperto: un copione sempre identico che prevedeva il finto colloquio, le benzodiazepine sciolte nell'acqua e la violenza sessuale.

Ma non solo. Antonio Di Fazio dovrà affrontare di nuovo il processo per maltrattamenti e violenza sessuale con narcotizzazione del 2012 ai danni della ex moglie. Condotte che erano state derubricate nella sentenza di Appello in stalking, e quindi prescritte, e che invece la Cassazione considera come reato di maltrattamenti, accogliendo cosi il ricorso del pg della Cassazione e dell’avvocato della vittima.

Contestualmente la Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di Di Fazio, che invece è stato condannato anche al pagamento delle spese processuali e di parte civile, che rimette alla Corte d’Appello di Milano. Nelle motivazioni della condanna in Appello, i giudici avevano criticato duramente la difesa dell’imprenditore. Di Fazio, avevano scritto, "ha svolto fino alla fine una difesa mirante a denigrare le sue vittime, a farle passare per ragazze disinvolte e pronte a vendersi, mentitrici, volontarie assuntrici di sostanze da sballo, assetate di profitti, occasioni di lavoro".

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