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Muore intossicato dal gas nel suo appartamento di Brescia: condannato l’idraulico che gli montò il boiler

Assolti invece il proprietario di casa, l’architetto e chi ristrutturò l’immobile. Secondo il giudice, l’idraulico montò il boiler collegandolo in modo scorretto a una canna fumaria condominiale. Questo, insieme ad altre concause, portò alla fuoriuscita del gas nell’abitazione della vittima.
A cura di Alice De Luca
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Nell'aprile del 2019 un 93enne fu trovato morto nella sua casa di Brescia, in via Tagliamento. A causarne il decesso fu l'inalazione di monossido di carbonio fuoriuscito dalla cappa della cucina. Ora il giudice Marco Vommaro ha ritenuto che il responsabile di questo incidente possa essere l'idraulico che era intervenuto nella casa dell'anziano per installare un boiler. Il professionista è stato condannato a quattro mesi di reclusione.  

L'uomo, infatti, avrebbe montato il boiler in un locale non abitabile e lo avrebbe collegato in modo scorretto alla canna fumaria condominiale. Il gas sarebbe sceso dalla cappa della cucina dell'anziano proprio attraverso questo collegamento non a norma, dopo che due piccioni morti ne avevano ostruito l'uscita e causato l'accumulo.

Per la vicenda erano stati imputati anche la proprietaria di casa, chi aveva effettuato i lavori di ristrutturazione e l'architetto che li aveva progettati. La pubblico ministero Lisa Saccaro, però, riteneva che l'idraulico fosse l'unico responsabile: "È un professionista – aveva detto la pm – doveva sapere dove stava lavorando". Anche secondo il giudice Marco Vommaro il suo intervento ha portato, con una serie di concause, alla morte del 93enne e lo ha condannato a quattro mesi di reclusione.

Assolti, invece, gli altri imputati: la proprietaria di casa si era rivolta a un professionista e non poteva avere competenza sulla qualità del suo lavoro. Anche l'architetto e chi ha realizzato la ristrutturazione, secondo il giudice, non hanno avuto responsabilità nei malfunzionamenti che hanno portato alla morte del 93enne.

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