198 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Multata una richiedente asilo costretta ad accamparsi fuori dalla Questura per avere i suoi documenti

Proseguono le lunghe code fuori dalla Questura di Milano per tutti coloro che necessitano di essere riconosciuti come richiedenti asilo. Dopo ore di attesa, le porte vengono chiuse e le persone costrette a tornare il giorno successivo. Molti allora decidono di rimanere a dormire fuori dalla sede di via Cagni: una ragazza, contattata da Fanpage.it, ha raccontato di aver ricevuto una multa da cento euro e un ordine di allontanamento.
A cura di Ilaria Quattrone
198 CONDIVISIONI
Immagine

"Mi hanno fatto una multa da cento euro e dato un ordine di allontanamento per 48 ore": a dirlo è una donna originaria di El Salvador che per tre giorni ha dormito fuori dalla sede della Questura di via Cagni a Milano per fare richiesta di asilo. La donna non è l'unica: a metà luglio, Fanpage.it aveva mostrato le immagini di diverse persone costrette a dormire nel parchetto di fronte alla sede per potervi entrare la mattina successiva.

Il problema è che senza la documentazione necessaria a dimostrare di essere richiedenti asilo, le persone risultano irregolari in Italia. Questo comporta il rischio di essere rimpatriate, anche se sono in pericolo nel loro Paese.

Multa da cento euro per aver dormito fuori dalla Questura

"Sono andata in Questura per fare richiesta di asilo. Stavo dormendo fuori da via Cagni perché sono stata lì per tre giorni. Tre giorni durante i quali non mi hanno fatto entrare perché c’era tanta gente: dopo tre giorni, ho deciso di dormire fuori così da poter entrare la mattina dopo". Alle otto di sera, le forze dell'ordine aprono le parte e chiedono a lei e ad altri, rimasti lì a dormire di entrare dentro: "Ci hanno tenuto dentro per due ore. E mi hanno fatto una multa da cento euro e un ordine di allontanamento per 48 ore".

La ragazza ha subito chiesto spiegazioni, ma senza successo: “Mi hanno detto non gliene fregava nulla, che potevo stare lì per un mese. Mi sento male per come sono stata trattata". Quanto accaduto a lei, non è insolito. Tanti altri hanno ricevuto un Daspo proprio per essere rimasti lì per giorni in attesa di poter iniziare con la procedura di richiesta.

Le richieste dell'associazione Naga

Una situazione che preoccupa soprattutto l'associazione Naga che si occupa di assistenza agli stranieri. L'associazione chiede al Comune non solo di annullare i Daspo, ma di non permettere che ne vengano emanati altri nella zona di via Cagni: "Alla Questura – spiega Silvia Rossi di Naga – abbiamo chiesto che le persone possano avere un appuntamento, anche via e-mail, in modo tale da essere regolari sul territorio da subito. Naturalmente risposta zero".

Quanto accade in via Cagni si scontra con le parole con le quali spesso viene descritta la città di Milano: "Milano che accoglie, Milano solidale. Tutto sommato è vero, peccato che succedano episodi di questo tipo, di cui la gente non sa. Oltretutto via Cagni è ben defilata: hanno pensato bene di separare la parte richiesta asilo da via Montebello che comunque è in centro città".

Da parte della Questura, le lunghe attese sono dovute al fatto che non vi siano abbastanza risorse. L'assenza di queste consente l'ingresso di solo dieci persone al giorno:  "La Questura dice: Non abbiamo abbastanza risorse. Non ci sono abbastanza mediatori. Ok, troviamole queste risorse visto che servono per una cosa così importante".

198 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views