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Milano, saluto romano e assembramenti durante il presidio in ricordo di Sergio Ramelli

Stasera Milano, alla presenza anche del sindaco Giuseppe Sala, ha commemorato con una breve cerimonia Sergio Ramelli, il giovane attivista del Fronte della Gioventù (organizzazione giovanile del Msi) ucciso il 29 aprile del 1975 dopo 47 anni di agonia da militanti di Avanguardia operaia. Come ogni anno anche oggi ha preso il via un presidio neo fascista in cui i partecipanti hanno fatto il saluto romano.
A cura di Giorgia Venturini
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Milano ricorda Sergio Ramelli, il giovane attivista del Fronte della Gioventù (organizzazione giovanile del Msi) ucciso il 29 aprile del 1975 dopo 47 anni di agonia da militanti di Avanguardia operaia. Oggi la città lo ha commemorato nei giardini di via Pinturicchio a Milano dove c'è un monumento dedicato a lui: alla presenza anche del sindaco Giuseppe Sala, che ha partecipato senza indossare la fascia tricolore, sono state deposte due corone di fiori. Ramelli è morto 45 anni fa, ma solo dal 2014, con il sindaco Giuliano Pisapia, il primo cittadino meneghino partecipa alla cerimonia ufficiale: gli anni precedenti la figura del giovane attivista era motivo di scontro ideologico in città. Ogni anno infatti oltre alla commemorazione pubblica e ufficiale prende parte anche un presidio neo fascista che negli anni scorsi ha sollevato tensioni con le forze dell'ordine. Lo stesso è successo anche stasera, quando i manifestanti hanno alzato il braccio destro e fatto il saluto romano. Ma per ora per le vie della città non ci sono disordini in corso. Certo è che le persone in strada erano centinaia: tanti gli assembramenti, tutti non curanti della disposizioni anti contagio da Covid.

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Nessuna tensione durante il presidio neofascista

Come per gli anni scorsi anche questa sera è stato organizzato un presidio neofascista per ricordare Ramelli, ma anche Enrico Pedenovi e Sergio Borsani. E più di una volta la cerimonia in loro ricordo si era trasformata in una apologia al fascismo, con tanto di saluto romano. Così era successo nel 2019 quando era salita la tensione al corteo organizzato dall'estrema destra milanese. Allora ci fu uno scontro con la polizia e alcuni manifestanti erano rimasti contusi. Altri invece erano stati macchiati del reato di apologia di fascismo ed erano stati condannati a un mese e dieci giorni di carcere. Alla fine tra gli indagati risultavano 29 persone sulle mille che hanno partecipato al corteo. Nessuna tensione invece questa sera: cerimonia e corteo sono durati solo pochi minuti. Nessuna tensione, dunque, tra i presenti. Non è mancato però neanche quest'anno il saluto romano da parte dei partecipanti al presidio neofascista.

(Ha collaborato Simone Giancristofaro) 

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