Milano, ragazza sfugge a un tentato stupro e si sfoga su Facebook: “Questi animali devono morire”

Elena Jennifer Vergani é sdraiata su una barella di un pronto soccorso, a fianco una persona che l'ha assistita. Nonostante i dolori, è riuscita a prendere in mano il cellulare e a immortalare il momento. L'immagine è diventata presto la sua denuncia di quanto successo poche ore prima: Elena, 32 anni insegnante residente a Milano e allenatrice di pattinaggio a Busto Arsizio e Monza, è stata vittima di una tentata violenza sessuale nel pomeriggio di sabato 28 novembre mentre stava passeggiando non distante da City Life, lussuoso e nuovo quartiere di Milano. La ragazza ha raccontato a Fanpage.it quanto accaduto: "Stavo camminando, mentre ero al telefono con una mia amica, quando ho sentito un uomo che mi ha messo la mano davanti alla bocca, mi ha fatto cadere a terra e ha iniziato a toccarmi le parti intime", racconta l'allenatrice. Elena, con la determinazione di una donna e la forza di un'atleta, è riuscita però a liberarsi del suo aggressore: "Non ci ho pensato due volte, ho reagito. Così gli ho tirato due pugni in pancia e l'ho fatto scappare. Dalla rabbia, penso, mi sono messa a rincorrerlo, ma poi mi sono fermata e ho pensato che non fosse una buona idea". Elena decide di chiamare i soccorsi e arriva al Mangiagalli di Milano, l'ospedale specializzato nell'assistenza alle donne vittime di violenza. Il giorno dopo denuncia ai carabinieri: "Mi ha impressionato molto il fatto di sapere dai medici che a Milano ero la 700esima testimonianza che raccoglievano quest'anno". Durante l'aggressione Elena pesta la testa per terra e sente delle fitte all'addome, motivo per cui in questi giorni si sta sottoponendo a ulteriori accertamenti medici.
L'aggressione in pieno giorno vicino a City Life
Elena una volta tornata a casa decide di raccontare la sua vicende e postare la foto su Facebook: "Perché un'aggressione può capitare anche in pieno giorno, in centro città. Proprio quando non te l'aspetti. Bisogna sempre però trovare la forza di raccontare e denunciare". Lo sfogo diventa la didascalia della sua foto: "Serate alternative, ma sto bene. Sono a casa. Questi animali devono morire tutti. Anzi gli animali sono sicuramente migliori". Tanti i commenti di solidarietà anche perché Elena in paese è conosciuta da tutti: da tempo insegna pattinaggio alle giovani atlete del territorio. "Ho voluto parlare perché deve essere un messaggio per le ragazze: bisogna avere il coraggio anche di raccontare cose brutte. Solo così capisci che non sei sola". E poi a Fanpage.it Elena conclude: "Non basta mettere una panchina e delle scarpe rosse sparse per la città. È necessario ricordarci ogni giorno che questi sono episodi che devono essere evitati, magari con regole ancora più severe".