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Milano, il Teatro Franco Parenti si prepara alla zona gialla: “Questa volta sarà una rifondazione”

Se la Lombardia dovesse entrare in zona gialla, il 26 aprile riapriranno bar e ristoranti, ma soprattutto teatri, cinema e sale da concerto. Il Teatro Franco Parenti di Milano è tra le strutture che si sta preparando a una possibile ripartenza. A Fanpage.it, la direttrice artistica Andrée Ruth Shammah, spiega però che questa volta si tratterà più “una rifondazione”.
A cura di Ilaria Quattrone
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Nell'attesa di scoprire se la Lombardia passerà in zona gialla, diverse strutture si preparano alla ripartenza prevista per il 26 aprile. Dai ristoranti ai bar – che negli ultimi giorni hanno chiesto nuove concessioni per i dehors ai Comuni – fino ai teatri, tantissime attività stanno cercando di adeguare i propri spazi alle norme anti contagio. Per teatri, cinema e sale da concerto in particolare sarà necessario pre-assegnare i posti a sedere tramite prenotazione e rispettare una distanza tra uno spettatore e l'altro di almeno un metro.

Gli ingressi continueranno a essere contingentati, ci sarà il divieto di creare assembramenti e bisognerà adeguare spettacoli e concerti al coprifuoco che resterà in vigore anche in zona gialla. A Milano tra coloro che si stanno preparando a una possibile ripartenza c'è il Teatro Franco Parenti: "Stiamo cercando soluzioni per ovviare alle limitazioni imposte dai recenti decreti", spiega a Fanpage.it la direttrice artistica Andrée Ruth Shammah.

Come state gestendo la possibile riapertura? 

Stiamo cercando soluzioni per ovviare alle limitazioni imposte dai recenti decreti. Il coprifuoco alle 22 rende complicato anche l'utilizzo del palcoscenico degli spazi aperti dei Bagni Misteriosi. Il buio favorisce l'immersione totale nella rappresentazione e, considerato l'allungarsi delle giornate, bisogna riflettere sulla durata degli spettacoli o delle messe in scena adatte. Anche le restrizioni legate alla capienza delle sale e alla possibilità di aprire esclusivamente in zona gialla, sono fonte di problemi organizzativi rilevanti, che incidono sulla programmazione non solo nel nostro teatro, ma soprattutto per quanto riguarda le tournèe.

Come organizzerete quindi gli spettacoli? 

La nostra categoria ha chiesto di ritardare il coprifuoco. Abbiamo anche chiesto di far valere il biglietto del teatro come un pass che permetta di rientrare a casa dopo le 22.

Quale sarà il calendario degli spettacoli e quando inizierete ufficialmente? 

Il nostro intento è quello di offrire serate a giovani attori, creativi e sorprendenti, con spettacoli prodotti da noi come quelli de "Il Teatro dei Gordi" o Brandi/Vogel, ma apriremo le porte anche ad altre compagnie come Domesticalchimia che farà uno spettacolo sui sogni. Abbiamo in cantiere anche una sorpresa: Radio Parenti, la nuova emittente del teatro, con rubriche di persone note e ignote. Cercheremo nel nostro piccolo di riempire l’assenza del teatro e la solitudine che ci accompagna in questo periodo, ma non solo naturalmente.

Temete una nuova chiusura?

Certamente, c’è una situazione generale di incertezza che rende impossibile pensare a una programmazione a lungo termine e questo silenzio in sala, diventato assordante è insopportabile, ma non vogliamo assolutamente fermarci.

Quali e quanti costi state sostenendo per adeguare nuovamente la struttura?

L’anno scorso abbiamo dovuto chiedere un prestito di 1.500.000 di euro per affrontare la riapertura. Quest’anno è evidente che forse la parola “riapertura” non è la più appropriata da usare perché quello che ci troviamo ad affrontare assomiglia di più a una vera e propria rifondazione. È altrettanto evidente che i soldi che saranno necessari per riavviare la macchina questa volta saranno di più. Infatti i soli contributi degli enti pubblici, che sono le uniche entrate rimaste, costituiscono solo il 27 per cento circa del nostro bilancio. Tanto più un teatro era virtuoso nelle altre fonti di entrata (da biglietteria, tournee, affitti sala, oggi totalmente azzerate) tanto più è stato penalizzato.

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