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Mario Bozzoli ucciso nella fonderia di famiglia, indagato per concorso in omicidio l’operaio addetto al forno

È indagato per concorso in omicidio premeditato e distruzione di cadavere Oscar Maggi, operaio della ditta di Mario Bozzoli. L’imprenditore era stato ucciso l’8 ottobre del 2015 e per la sua morte è stato ritenuto responsabile (in primo e secondo grado) il nipote Giacomo, condannato all’ergastolo.
A cura di Enrico Spaccini
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La Procura di Brescia ha chiuso il secondo filone di indagini che riguardano il caso Mario Bozzoli, l'imprenditore 52enne ucciso nella fonderia di famiglia a Marcheno la sera dell'8 ottobre 2015. Pr il suo omicidio e per la distruzione del corpo, avvenuta secondo i giudici della Corte d'Assise nel forno grande della ditta, è stato condannato all'ergastolo in primo e in secondo grado il nipote Giacomo. Lui si è sempre dichiarato innocente e la difesa ha depositato il ricorso in Cassazione. Ora, però, ci sono altri indagati che potrebbero finire a processo: l'operaio Oscar Maggi, accusato di concorso in omicidio premeditato e distruzione di cadavere, e Aboyage Akwasi e Alex Bozzoli (fratello di Giacomo) accusati di falsa testimonianza.

Per la Corte d'Assise di Brescia, Bozzoli è stato ucciso "per odio" nella ditta di Marcheno "dal nipote Giacomo poco dopo le 19:15 dell'8 ottobre 2015 con la complicità dei due operai addetti al forno Giuseppe Ghirardini e Oscar Maggi, grazie alla connivenza di Aboyage Akwasi e del fratello Alex". Questa è la ricostruzione fornita nelle motivazioni della sentenza di primo grado con cui è stato condannato all'ergastolo Giacomo Bozzoli.

Il ruolo di Ghirardini e Maggi secondo i giudici

Ghirardini era il responsabile del forno grande della fonderia. Il suo corpo venne ritrovato il 15 ottobre del 2015, quindi una settimana dopo la morte di Bozzoli, nei boschi vicino a Ponte di Legno con un'esca da caccia al cianuro nello stomaco. Secondo i giudici, aveva partecipato dietro compenso al delitto dell'imprenditore, svolgendo un "ruolo fondamentale quantomeno nella distruzione del corpo nel forno in cui aveva continuato a inserire rottami". Tutto ciò, però, avrebbe portato "un rimorso insostenibile" che lo avrebbe portato a togliersi la vita.

Maggi, invece, era addetto al forno più piccolo. Interrogato dai pm di Brescia lo scorso dicembre, si era avvalso della facoltà di non rispondere. La sua conversazione con Akwasi del 15 ottobre venne intercettata dagli investigatori. I due stavano cercando di mettersi in contatto con Ghirardini perché "se dice qualcosa di sbagliato siamo rovinati", ma il 50enne era già morto.

Le accuse ad Alex Bozzoli e Aboyage Akwasi

Aboyage Akwasi e Alex Bozzoli, invece, sono accusati di falsa testimonianza. Il primo, chiamato da tutti "Abu", avrebbe cercato di "spostare" gli orari dei presunti avvistamenti di Mario quella sera cercando di allontanare il 50enne "dalla fumata anomala delle 19:18". Per favorire Giacomo e "proteggere se stesso", anche Alex avrebbe mentito.

Ora gli indagati potranno fornire documenti difensivi agli inquirenti e valutare se farsi interrogare. Dopodiché la Procura deciderà se chiedere il rinvio a giudizio.

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