Mario Bozzoli ucciso e buttato nel forno della sua fonderia: a processo il presunto complice del nipote

Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Brescia ha rinviato a giudizio Oscar Maggi, l'operaio accusato di aver contribuito all'omicidio dell'imprenditore Mario Bozzoli commesso dal nipote della vittima, Giacomo Bozzoli, già condannato in via definitiva all'ergastolo. Secondo l'accusa, Maggi, operaio nella fonderia Bozzoli di Marcheno (Brescia), sarebbe stato nell'azienda la sera della scomparsa dell'imprenditore e avrebbe riattivato l'impianto di aspirazione dei fumi dopo un blocco causato da una fumata anomala. Gli inquirenti sostengono che quest'ultima sia stata causata dall'introduzione del corpo della vittima nel forno. Il processo si terrà con rito abbreviato e la prima udienza è prevista per 13 novembre. La vedova e i figli di Mario Bozzoli si sono costituiti parte civile.
I fatti contestati a Maggi risalgono all'8 ottobre 2015: il processo a carico di Giacomo Bozzoli ha stabilito che quella sera fu proprio il nipote 35enne a uccidere lo zio, buttando poi il cadavere in uno dei forni della fonderia. In quest'ultimo passaggio, però, Bozzoli sarebbe stato aiutato. Una mano gli sarebbe arrivata, secondo i pm, da Giuseppe Ghirardini, detto Beppe, l'operaio addetto al forno più grande, che una settimana dopo l'omicidio di Mario fu trovato morto con un'esca al cianuro nello stomaco.
Secondo gli inquirenti, però, Giacomo Bozzoli fu aiutato anche da Oscar Maggi, ora accusato di omicidio in concorso. Sentito come testimone durante il processo del 35enne, l'operaio ammise di essere stato lui a riattivare l'impianto di aspirazione andato in blocco dopo una fumata anomala che, secondo gli investigatori, sarebbe stata causata dalla combustione del corpo gettato nel forno. Contro Maggi ci sarebbe anche un'intercettazione ambientale nella quale, parlando con un collega, si riferisce a Giuseppe Ghirardini e dice: "Se Beppe dice qualcosa di sbagliato, siamo rovinati".
"Abbiamo chiesto che il procedimento sia definito con rito abbreviato tenuto conto dell'archiviazione della posizione di Maggi nel 2020", ha detto l'avvocata di Maggi, Vera Cantoni. Era stato il presidente della Corte d'Assise, Roberto Spanó, a rimandare gli atti in Procura su Maggi dopo la sentenza di primo grado nei confronti di Giacomo Bozzoli.