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Marilena Negri, uccisa in un parco a Milano: disposte nuove indagini su due Dna maschili

Il giudice per le indagini preliminari di Milano, Alberto Carboni, ha disposto nuovi accertamenti su due profili genetici maschili trovati sul corpo e vestiti di Marilena Negri, la 67enne uccisa a Milano nel 2017.
A cura di Ilaria Quattrone
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L’assassino di Marilena Negri ripreso dalle telecamere a Milano
L’assassino di Marilena Negri ripreso dalle telecamere a Milano

Marilena Negri è stata uccisa il 23 novembre 2017 mentre portava a spasso il cane nel Parco Villa Litta, nel quartiere Affori, a Milano: è stata ammazzata con una coltellata al collo. Chi lo abbia fatto e perché non è ancora chiaro. Oggi, martedì 14 ottobre 2025, il giudice per le indagini preliminari di Milano, Alberto Carboni, ha archiviato la posizione di un 41enne che era stato accusato del delitto. Contestualmente ha accolto la richiesta di opposizione dei figli della vittima a quella di archiviazione del caso da parte della Procura meneghina. Il giudice, così come richiesto dai familiari, ha quindi disposto nuovi approfondimenti su due profili genetici maschili che erano stati isolati sui vestiti e sul corpo della donna. I Dna di Uomo#1 e Uomo#2 dovranno essere comparati con le banche dati nazionali e internazionali.

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Archiviata la posizione del 41enne

In questi anni i sospetti degli inquirenti si erano concentrati su un 41enne. Come riportato dall'agenzia di stampa Ansa, oggi il gip lo ha scagionato perché ha ritenuto che il suo Dna non è compatibile con le tracce trovate sul corpo della vittima. Non solo. Per il giudice, inoltre, non sono stati raccolti elementi sufficienti che possono consentire di "affermare che egli abbia avuto un giubbotto bicolore come quello indossato dall'assassino"che era stato ripreso da alcune telecamere di sorveglianza. Immagini dalle quali non è visibile il volto del responsabile.

I nuovi accertamenti

Il giudice ha poi ritenuto giusta la richiesta dei familiari della 67enne di disporre nuove indagini. In particolare modo ha chiesto nuovi approfondimenti su due profili genetici maschili che erano stati isolati sui vestiti e sul corpo della vittima. Profili che sarebbero stati comparati solo con quello dell'indagato 41enne, la cui posizione è stata ora archiviata. Questi, infatti, non sarebbero stati comparati con gli altri "catalogati nelle banche dati nazionali e internazionali". Adesso quindi gli inquirenti dovranno provvedere a farlo entro trenta giorni dalla decisione del giudice.

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