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Macchinista Trenord sorpreso col green pass scaduto durante una corsa: cosa prevede la legge

Il caso del macchinista di Trenord con un green pass scaduto durante l’orario di lavoro, ha sollevato diversi interrogativi. Dubbi a cui si può dare risposta tramite le Faq del Governo. Le aziende infatti possono gestire autonomamente i controlli e decidere se farli a inizio turno oppure a campione.
A cura di Ilaria Quattrone
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Immagine di repertorio
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Due giorni fa, in una stazione di Milano, un macchinista di Trenord ha dovuto interrompere il proprio turno di lavoro perché trovato con il green pass scaduto. La decisione ha avuto come conseguenza la soppressione del treno. Il sindacato OR.S.A. sostiene che la certificazione del dipendente fosse scaduta durante l'orario di lavoro e che quindi l'azienda non avrebbe dovuto allontanarlo. Dal canto suo Trenord spiega che i controlli per i dipendenti mobili vengono effettuati a campione e che, nel rispetto della privacy, non è dato sapere se l'uomo fosse già stato sottoposto a verifiche e soprattutto da quanto tempo fosse scaduto il green pass. Nonostante questo, come spiegato a Fanpage.it, sarà dato modo al dipendente di dare tutte le dimostrazioni del caso. E nel caso in cui la certificazione fosse scaduta durante l'orario, sarà eliminato il verbale nei confronti del macchinista.

Le Faq del Governo

La notizia ha posto diversi interrogativi. Dubbi che però possono essere sciolti dalle FAQ pubblicate sul sito del Governo. Prima di tutto non esiste una regola comuna relativa ai controlli: ogni azienda o amministrazione è infatti autonoma nell'organizzazione di questi che però devono avvenire nel rispetto della privacy. Le verifiche effettuate dal personale preposto possono avvenire sia all'ingresso, ma anche a campione. Ovviamente devono avvenire ogni giorno e in, caso di rilevazione a campione, devono essere in misura non inferiore al 20 per cento del personale presente in servizio. Non solo. Devono anche prevedere una rotazione che assicuri che siano state effettuate su tutto il personale dipendente.

Cosa accade nel caso in cui il green pass scada durante il turno

Nel caso in cui la certificazione sia valida a inizio turno, ma scada durante questo "non è necessario allontanare il suo possessore". Certo è che, in caso di controlli a campione nel mezzo di un turno lavorativo come accade in Trenord – che utilizza questo metodo solo per i dipendenti mobili mentre per quelli ubicati negli uffici il green pass è controllato all'ingresso – è praticamente impossibile verificare se il green pass del dipendente era valido al momento dell'inizio del proprio turno. L'App utilizzata per le verifiche infatti non registra alcuna traccia dei controlli effettuati fino a quel momento. L'unico modo per dimostrarlo, come prevede la stessa azienda, è avere con sé una certificazione (per esempio quella rilasciata dalla farmacia) che dimostri che il green pass fosse valido. In questo caso però, sempre per rispettare la privacy, deve essere una volontà del dipendente.

Le sanzioni del dipendente che non ha green pass

In ogni caso, nel caso in cui il lavoratore entri in un luogo di lavoro senza green pass, il datore di lavoro lo segnalerà alla Prefettura del luogo. La persona sarà oggetto di una sanzione che andrà dai seicento euro a 1.500 euro. A questa, si potranno aggiungere eventuali sanzioni disciplinari: oltre alla mancata retribuzione, non sarà versata alcuna componente di questa nella giornata di lavoro non prestata.

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