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Lombardia, attive 46 Usca su 200: mancano medici e i pazienti a casa rischiano di non ricevere cure

Mancanza di medici e unità speciali assistenziali in quantità minore rispetto a quelle necessarie a coprire l’intero territorio lombardo. Quella delle Usca resta un tema irrisolto in Lombardia: si tratta di team di medici preposti a fornire le cure ai pazienti positivi al Covid e sintomatici ma non ricoverati in ospedale. Solo 46 quelle attive in Lombardia rispetto alle 200 preventivate.
A cura di Chiara Ammendola
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Immagine di repertorio
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Sono 46 le cosiddette Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale, attive in questo momento in Lombardia. Si tratta di unità speciali formate per lo più da giovani medici specializzandi di Rianimazione e Pronto soccorso dedicate all'assistenza domiciliare dei pazienti positivi al Covid che presentano i sintomi della malattia ma che non necessitano di ricovero in ospedale. Nel piano iniziale di Regione Lombardia era prevista l'attivazione di 200 unità che avrebbero dovuto presidiare l'intero territorio lombardo e le sue province ma al momento solo il 20 per cento risulta attivo.

Una decina sono quelle delle province di Milano e Lodi, a Bergamo se ne contano sei mentre a Brescia, dove sarebbero dovute essere 25, ne sono state attivate solo 4 con 9 medici in servizio. Secondo quanto riportato da Agi, dal 19 marzo al 15 giugno, 4 unità in totale, hanno effettuato solo 434 visite a domicilio, che corrispondono a una visita e mezzo al giorno per ciascuna unità. Nel territorio di Ats Valpadana, con una popolazione di quasi 800mila abitanti, avrebbero dovuto esserci almeno 15 unità e ne sono invece state attivate soltanto 7 tra Cremona, Crema, Soresina, Mantova, Alto Mantovano, Basso Mantovano e quella di Casalmaggiore-Viadana suddivisa tra le due province. E in provincia di Mantova, in tre mesi, sono 145 interventi, con una media di mezza visita al giorno per ogni unità.

Delle sette unità previste su Pavia invece ne sono state attivate cinque, ciascuna è formata da due medici: in questo caso sono cinque le visite al giorno effettuate dall'unità su segnalazione del medico di base. Nella Ats Brianza, ovvero a Lecco, Monza, Vimercate, ce ne sono soltanto tre attive, mentre quattro sono quelle di Ats Montagna formate da due medici operative nelle aree di Sondrio e Bormio, per la Valtellina, ed Edolo, per la Valcomanica. Ats Insubria ha attivato nelle province di Varese e Como sette Usca, a Busto Arsizio, Saronno, Gallarate, Varese, Como, Erba e Cantù con 46 medici in servizio, due per turno. Anche se nella provincia di Varese, in accordo al numero di abitanti dovrebbero esserne 18 e in quella di Como 12. Si tratta di fatto di una mancanza di medici formati per la formazione di queste unità assistenziali: come confermato dall'assessore al Welfare Giulio Gallera infatti nonostante la richiesta di medici attraverso bandi specifici per costituire le Usca: "Non ci sono abbastanza persone formate – ha dichiarato Gallera spiegando che "questo vale per gli ospedali così come per le Usca, le unità territoriali".

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