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L’Inps ha ritirato la richiesta, malato di Sla non dovrà ridare i 1.100 euro dell’accompagnamento

L’Inps ha ritirato la domanda: Carlo Antonini, 58enne di Sarezzo affetto da Sla, non dovrà restituire i 1.100 euro che gli erano stati chiesti.
A cura di Enrico Tata
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Carlo Antonini e sua moglie Valentina (foto da Facebook)
Carlo Antonini e sua moglie Valentina (foto da Facebook)

A Carlo Antonini, 58enne di Sarezzo, provincia di Brescia, l'Inps aveva chiesto indietro 1.100 euro. L'uomo, affetto da Sla, Sclerosi laterale amiotrofica, si era ecato nel 2021 al centro clinico NEuroMuscular Omnicentre (Nemo) dell'ospedale Niguarda di Milano per sottoporsi a una tracheotomia. A causa di alcune complicazioni, era rimasto ricoverato per due mesi. Dopo oltre due anni dai fatti, l'Inps gli ha chiesto indietro più di mille euro dell'assegno di accompagnamento da lui percepito.

Oggi, il passo indietro dell'ente, che ha ritirato la domanda. "Era stata colpa di una carta dell'ospedale che dice che avevo bisogno di assistenza h 24 che non è mai arrivata però all'Inps", ha spiegato l'uomo attraverso il computer con cui si esprime. Oggi ha ricevuto la visita del parlamentare europeo della Lega Angelo Ciocca: "Una grande vittoria per Carlo Antonini, cittadino di Brescia che ha lottato contro una decisione ingiusta dell'INPS, che quest’oggi ha annullato la sua richiesta, segnando un importante passo avanti per i diritti dei cittadini che si trovano ad affrontare situazioni simili. Questo risultato dimostra l'importanza di lottare per i propri diritti e di non arrendersi di fronte a decisioni ingiuste. Continuerò a lavorare per garantire che i diritti dei cittadini siano sempre rispettati. Questa è una vittoria di civiltà".

L'Inps aveva inviato ad Antonini una lettera in cui chiedeva di restituire 1.096,41 euro in 24 rate mensili da quasi 50 euro l'una. L'uomo era rimasto in ospedale per più di 29 giorni e, pertanto, non aveva diritto alla pensione di accompagnamento. In realtà, al momento del ricovero il paziente aveva compilato e firmato un documento in cui dichiarava che sua moglie sarebbe dovuta rimanere accanto a lui 24 ore su 24. In questo modo, avrebbe continuato a ricevere i soldi dell'accompagnamento. Evidentemente l'Inps, per un disguido, non ha mai ricevuto quel documento che attestava la necessità continua di assistenza da parte della moglie.

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