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L’incontro organizzato tra un manager e una escort per avere tamponi Covid: indagato il medico del Milan

Il medico del Milan Cristiano Fusi è indagato nell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano che ha portato all’arresto di 6 persone ritenute responsabili di aver favorito il clan di ‘ndrangheta di Lonate Pozzolo, in provincia di Varese, durante l’emergenza Covid. Fusi non è destinatario di nessun provvedimento cautelare.
A cura di Giorgia Venturini
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Spunta il reato anche dello sfruttamento della prostituzione nell'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano che ha portato all'arresto di 6 persone perché hanno favorito il clan di ‘ndrangheta di Lonate Pozzolo, in provincia di Varese. Le indagini, eseguite dai finanzieri di Milano e Varese, hanno svelato gli affari della criminalità organizzata durante l'emergenza Covid: le perquisizioni nella casa di uno degli arrestati hanno trovato una lettera di piena collaborazione al clan Mancuso.

Durante l'emergenza sanitaria gli arrestati individuavano una società in crisi per poi assumervi il controllo. Dopo pochi mesi però la presunta associazione criminale portava la società al fallimento asciugandone però prima il patrimonio ed evadendo il fisco. Tutto a favore della ‘ndrangheta. Oltre al reato di truffa, emerge anche quello dello sfruttamento alla prostituzione: prestazioni sessuali in cambio di protezioni sanitarie contro il Covid.

Le indagini scattate nel 2020

I nuovi arresti di ieri venerdì 31 marzo rientrano in un secondo capitolo di una prima indagine del dicembre 2020: la Procura quasi tre anni aveva svelato una cattiva gestione dei tamponi che venivano effettuati ai giocatori del Monza Calcio. Allora i dispositivi sanitari erano stati sequestrati. Già tre anni fa nel mirino della Procura di Milano c'erano già Gianluca Borelli, indagato per aver eseguito tamponi per il Monza Calcio pur non essendo neanche un medico. Ora Borelli è ritenuto dai pm "uomo cerniera" con ambienti del crimine organizzato

Dalle nuove indagini è emerso inoltre che avrebbe organizzato un incontro con un dirigente milanese – che non è finito nel registro degli indagati – e una prostituta in un hotel di lusso di Milano con l'unico fine di far partire trattative per forniture di materiale sanitario per il Covid. Insomma, lo sfruttamento della prostituzione era usato per ottenere in cambio favori.

Indagato anche il medico del Milan

Secondo la Procura a organizzare questo incontro era anche il medico Cristiano Fusi, stimato primario della clinica monzese Zucchi e anche ex medico del settore giovanile del Milan e della prima squadra del Monza. Nel dettaglio, in cambio a quel favore sessuale il dirigente doveva avviare trattative con l'istituto clinico per fornirlo di mascherine e camici quando ancora la Lombardia era in piena emergenza Covid. Anche Fusi era coinvolto nelle indagini sui tamponi fatti ai giocatori del Monza: il sospetto di una possibile gestione "opaca" dei controlli da parte di Fusi non aveva però poi trovato poi riscontri. Fusi neanche in questo secondo capitolo dell'inchiesta non è stato destinatario di nessuna misura cautelare.

L'incontro organizzato in hotel era stato intercettato dagli inquirenti durante una chiamata tra Borelli e Fusi nel settembre del 2020. Si sente il secondo rivolgersi al primo dicendo: "Lui (si riferisce al manager) è il principino ma… da oggi pomeriggio il principino è sotto scacco, eh?". Si augurava che poi sarebbe andato tutto bene perché "dobbiamo chiudere l'operazione". I due erano pronti a ricattare il manager qualora la trattativa non sarebbe andata a buon fine perché una terza persona aveva immortalato l'incontro tra il dirigente e la prostituta in una foto. "Tranquillo esce con le ossa rotte", si sente la terza persona coinvolta dire al telefono.

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