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Facevano fallire le aziende a vantaggio della ‘ndrangheta: sei persone in manette

Sei persone sono finite in manette perché vicine alla ‘ndrangheta: un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia ha svelato evasioni fiscali nell’ambito di fallimenti societari e truffe riconducibili al periodo dell’emergenza Covid.
A cura di Giorgia Venturini
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Immagine di repertorio
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Sei persone sono finite in manette per aver agevolato gli affari della ‘ndrangheta della cosca Legnano-Lonate Pozzolo (Varese) già al centro di altre operazioni della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano. I nuovi arresti sono il risultato di un'inchiesta che ha svelato evasioni fiscali nell'ambito di fallimenti societari e truffe riconducibili al periodo dell'emergenza Covid. Gli arrestati – secondo l'accusa – apparterrebbero a un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati di natura economica.

La ‘ndrangheta nella sanità lombarda

Al centro ancora una volta c'è la sanità lombarda. Le indagini infatti dei finanzieri dei Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria di Varese e Milano e coordinate dai pubblici ministeri Alessandra Cerreti e Silvia Bonardi è stato ancora accertato un interesse da parte del clan della zona "nel settore della sanità lombarda, in relazione alle attività connesse all’emergenza sanitaria da Covid 19, con particolare riferimento a forniture di materiale sanitario ed esecuzione di tamponi da parte di soggetti a ciò non professionalmente autorizzati". Gli accertamenti erano scattati dopo la segnalazione di operazione sospetta da parte dell’antiriciclaggio.

Come agiva l'associazione a delinquere

Il modus operandi è sempre lo stesso messo in atto dai gruppi criminali durante l'emergenza Covid: gli arrestati individuavano una società in crisi per poi assumervi il controllo. Dopo pochi mesi però la presunta associazione portava la società al fallimento asciugandone però prima il patrimonio e evadendo il fisco. A subire tutto questo erano soprattutto gli imprenditori originari dell'azienda e i creditori "nei confronti del quale le imprese si sono rese inadempienti in merito agli obblighi dichiarativi e di pagamento delle imposte dovute". Gli arrestati supportavano i familiari degli appartenenti alla cosca con delle buste regalo durante le festività. Pagavano inoltre l'affitto di un appartamento e di un negozio a Busto Arsizio.

Chi sono le persone arrestate

Il promotore dell'associazione sarebbe un uomo di 54 anni originario di Vibo Valentia ma da anni residente a Legnano: ci sarebbe lui alla guida dell'associazione a delinquere. Suo braccio destro sarebbe invece un uomo di Legnano di 57 anni: entrambi hanno precedenti per bancarotta e usura. Tra le persone finite ai domiciliari anche una donna di 44 anni.

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