Leonardo Apache La Russa denunciato per violenza sessuale, archiviate le accuse per lui e l’amico dj

Si chiude il filone di indagine che vedeva Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato, e l'amico dj Tommaso Gilardoni accusati di violenza sessuale. La gip di Milano Rossana Mongiardo, accogliendo la richiesta dell'aggiunta Letizia Mannella e della pm Rosaria Stagnaro, ha infatti archiviato oggi l'inchiesta nata dalla denuncia di una 24enne, che aveva raccontato agli inquirenti di essere stata abusata dai due nella notte tra il 18 e il 19 maggio 2023 al termine di una serata trascorsa in discoteca.
"Per il nostro assistito si conclude positivamente un doloroso iter processuale che ha giustamente indagato a fondo per oltre due anni e caratterizzato anche da una severa esposizione mediatica, non scevra da ricadute sulla serenità familiare, in primis di Leonardo, affrontate silenziosamente e con fiducia nella giustizia", hanno subito fatto sapere oggi gli avvocati Adriano Bazzoni e Vinicio Nardo, che difendono il terzo figlio del presidente del Senato.
La Russa e l'amico restano indagati per revenge porn
I due giovani restano comunque imputati in udienza preliminare per revenge porn in merito a due episodi distinti di "diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti" girati quella notte tra le stanze di casa La Russa in Porta Venezia e inviati via cellulare senza il consenso della ragazza.
Video e immagini ritrovati nei telefonini dei due amici che, per la gip, non mostrerebbero "in maniera inequivoca una coercizione da parte degli indagati nello svolgimento dei rapporti sessuali" con la ragazza, ex compagna di liceo di La Russa, che la sera dei fatti aveva assunto alcol, droga e psicofarmaci per poi risvegliarsi la mattina dopo ancora stordita e senza ricordi nel letto del 23enne. Una "condizione di alterazione" di cui, però,"non c'è prova" che La Russa e Gilardoni "fossero consapevoli".
La richiesta di archiviazione della Procura
La Procura, del resto, aveva al tempo ritenuto che gli elementi probatori acquisiti non consentissero infatti una ragionevole previsione di condanna degli indagati per il reato di violenza sessuale, dal momento che non sarebbe stata provata una condotta di induzione o approfittamento da parte degli indagati nonostante la loro "profonda superficialità e volgarità nella modalità di concepire e trattare una ragazza": non ci sarebbe stato insomma, da parte dei due amici, un comportamento "diretto allo sfruttamento della condizione di inferiorità della ragazza per carpirne un consenso". E non vi sarebbe quindi "la prova che gli indagati, pur consapevoli dell'assunzione di alcuni drink alcolici da parte della giovane, abbiano percepito, in modalità esplicita o implicita, la mancanza di una valida volontà nel compiere gli atti sessuali". Da qui la richiesta di archiviazione, e la conseguente decisione di oggi della gip di Milano.
Gli avvocati di La Russa: "Consenso esplicito"
In aula, fino a questo momento, si erano scontrate due diverse versione dei fatti. Secondo gli avvocati di La Russa Adriano Bazzoni e Vinicio Nardo, in accordo con la tesi della Procura, ci sarebbe stato infatti un "consenso esplicito" da parte della studentessa che ha denunciato il terzogenito del presidente del Senato e il suo amico dj. A scagionarlo, stando alla linea portata avanti dalla difesa, sarebbe soprattutto un video girato quella notte in casa La Russa: "La ragazza si trovava in uno stato di euforia", dovuto all'assunzione di un mix di alcol e droghe, per i legali, "e non in uno stato di incoscienza".
Diverso era stato il parere dell'avvocato Stefano Benvenuto, difensore della giovane, durante l'ultima udienza: "La nostra lettura degli atti processuali è diametralmente opposta. Quella sera la mia assistita non era in grado di esprimere un consenso, come dimostra anche una nostra consulenza medica". Da qui la richiesta di un "giusto processo" e dell'imputazione coatta nei confronti di La Russa e dell'amico Gilardoni.