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L’aggressore che accoltellò 6 persone in zona Stazione Centrale a Milano tenta il suicidio in carcere

Il giovane sarebbe stato salvato dagli agenti di polizia penitenziaria di San Vittore mentre cercava di impiccarsi con un lenzuolo alle sbarre della cella. Per questo motivo la Procura di Milano ha disposto accertamenti psichiatrici d’urgenza.
A cura di Francesca Del Boca
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Avrebbe tentato il suicidio in carcere Rhasi Abrahman, l'aggressore 23enne che lo scorso 6 marzo aveva rapinato e accoltellato sei persone tra via Sammartini e la zona intorno alla Stazione Centrale di Milano. Per questo motivo, la Procura ha disposto accertamenti psichiatrici d'urgenza.

Il tentativo di impiccarsi alle sbarre della cella

Il giovane, secondo quanto riportato da Il Giorno, sarebbe stato salvato dagli agenti di polizia penitenziaria di San Vittore mentre cercava di impiccarsi con un lenzuolo alle sbarre della cella.

La Procura ha valutato dunque la necessità di una consulenza psichiatrica d'urgenza che dovrà accertare quali siano le reali condizioni psichiche del 23enne, e pronunciarsi sulla compatibilità o meno con la detenzione in carcere.

L'aggressione in zona Stazione Centrale

“Prima di arrivare in Italia non facevo uso di nessun stupefacente, da quando sono qui faccio uso di hashish, eroina e pasticche sintetiche", aveva detto il giovane aggressore. Una persona da tempo abbandonata a se stessa, che dormiva in strada spostandosi da un quartiere all'altro.

"Io mi ricordo soltanto fino al momento in cui sono entrato in un bar, ho comprato da bere, ma dopo l'assunzione delle pasticche non ricordo più nulla. Ero ubriaco”.

Così si era scagliato contro sei passanti: le quattro rapine, compiute una dopo l'altra, sono avvenute nel sottopasso Mortirolo, Via Gluck, Via Sammartini e Viale Brianza. Tra i feriti più gravi, un 68enne (intervenuto in difesa di una ragazza) con tagli profondi e due giovani fidanzati, che hanno riportato diverse ferite da taglio al collo e al torace.

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