La truffa online delle case in affitto a Milano: così abbiamo scoperto che finti proprietari rubano soldi e dati

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Tra prezzi elevati, vincoli contrattuali e alta concorrenza, riuscire a prendere una casa in affitto in grandi città come Milano è diventato sempre più difficile. La situazione peggiora se si considera anche il pericolo di rimanere vittime di truffe, che sono sempre più frequenti. I malintenzionati sfruttano la grande richiesta di immobili per proporre appartamenti a prezzi apparentemente molto vantaggiosi, fingendosi persone affidabili. Una volta intercettato un potenziale acquirente si fanno consegnare i soldi della caparra o dei primi mesi di affitto, proponendo alla vittima di gestire i pagamenti utilizzando come garanzia l'intermediazione di piattaforme come Booking o Air B&B. Per gestire le transazioni inviano quindi un link, che sembra in tutto e per tutto uguale al sito della piattaforma, ma è in realtà un collegamento finto, creato appositamente per ingannare la persona interessata e sottrarle denaro. Fingendoci persone interessate all'affitto di un appartamento, noi di Fanpage.it abbiamo scoperto una di queste truffe. Ecco come funziona e come riconoscerle.
L'annuncio su un sito di inserzioni
Troviamo l'annuncio che ci interessa online, su un qualsiasi sito di inserzioni per la vendita e l'affitto di immobili. Il proprietario di casa offre un bilocale di 60 metri quadrati in via Cesare Vignati, zona Affori, a Milano. Il prezzo sembra abbastanza vantaggioso: 680 euro al mese. Ci sono tante fotografie dell'appartamento che sembra in ordine, tenuto bene e ristrutturato da poco. La via che si vede nelle foto dall'affaccio del balcone corrisponde a quella che si vede inserendo lo stesso indirizzo su Google Maps. Non sembra, insomma, una truffa. Quindi proviamo a scrivere al proprietario fingendoci interessati e gli chiediamo di poter visionare l'immobile.

Il primo scambio di email e la scusa del proprietario all'estero
Il proprietario ci risponde per email e comincia così il nostro scambio. Dice di chiamarsi Christian Ostermeier e in effetti l'indirizzo di posta elettronica da cui ci scrive sembra verosimile: crosterm10@virgilio.it. "Lavoro come ingegnere di ricerca nell'industria farmaceutica – ci scrive – e mi sono recentemente trasferito in Spagna per un nuovo progetto di lunga durata. Dato che resterò qui per oltre 10 anni, ho deciso di affittare l’appartamento, che è disponibile da subito per un affitto a lungo termine". Ci dice anche le tariffe: 680 euro al mese più 100 euro di spese mensili. Ci propone però uno sconto se decidiamo di anticipare alcune mensilità: 630 euro al mese con spese incluse se paghiamo sei mesi anticipati oppure 580 euro tutto incluso se ne paghiamo 12. Possiamo anche scegliere se stipulare un contratto d'affitto di tre anni con rinnovo per altri due, oppure di quattro anni con rinnovo di altri quattro.

La richiesta di pagamento tramite Booking. com
Lo ringraziamo delle informazioni ricevute, ma gli chiediamo nuovamente la possibilità di visitare l'appartamento prima di procedere. "Al momento mi trovo in Spagna (Valencia) con il lavoro – ci risponde – per questo non posso organizzare un sopralluogo". É a questo punto che il sedicente ingegner Ostermeier ci propone di utilizzare Booking per lo scambio di chiavi e denaro: "Il pagamento per l'affitto, compreso il deposito cauzionale – ci scrive – deve avvenire tramite Booking, poi ci aggiorniamo per l'appuntamento delle chiavi e contratto all'agenzia delle entrate". Il proprietario ci assicura che la piattaforma farà da garante: "Il pagamento da parte dell’ospite avviene prima del check-in, mentre il locatore riceverà il denaro dopo la firma del contratto. Se la casa non è come da me descritta, il rimborso verrà elaborato istantaneamente nello stesso giorno. Dopo la prenotazione-pagamento, ci aggiorniamo per l'appuntamento della chiave e contratto, evitando così un viaggio a vuoto". A questo punto accade la prima cosa strana: il proprietario ci chiede i nostri dati per intestarci l'affitto sulla piattaforma.

Il link fraudolento e il tentativo di phishing
Fingiamo di fidarci e gli inviamo dati fittizi. L'ingegner Ostermeier ci risponde mandandoci un indirizzo web su cui effettuare il pagamento. Sembra in tutto e per tutto un link di Booking, la piattaforma per affittare alloggi a breve e lungo termine: le grafiche sono le stesse, i colori, i loghi e anche l'Url, l'insieme delle parole che identifica il sito, comincia con "https://booking.com". É a questo punto che ci rivolgiamo ai referenti di Booking, chiedendo loro di confermarci se l'indirizzo web che ci è stato fornito è vero oppure no. Ecco la loro risposta: "Insieme al team di Booking.com, abbiamo analizzato il link che ci hai segnalato e possiamo confermare che non si tratta del sito ufficiale di Booking.com. L’indirizzo web presenta infatti caratteristiche tipiche dei tentativi di phishing, che mirano a trarre in inganno gli utenti simulando l’aspetto di una piattaforma conosciuta e affidabile".
L'annuncio del signor Ostermeier è quindi un tentativo di phishing: una frode informatica che cerca di rubare informazioni sensibili, come credenziali di accesso, numeri di carte di credito o altre informazioni personali, attraverso email, messaggi o siti web ingannevoli. Chiediamo a Booking anche se è vera e affidabile la procedura che l'ingegner Ostermeier ci ha riferito per i pagamenti. "Booking.com non prevede il pagamento diretto tra utenti, né il trasferimento di somme solo dopo il check-in – ci rispondono – Si tratta quindi di una comunicazione fraudolenta che fa leva su un falso senso di sicurezza".
Come evitare queste truffe
Incappare in questo tipo di truffe, purtroppo, è molto semplice. Anche perché, come emerso in diversi passaggi della nostra indagine, i truffatori sono ormai molto abili a mascherare i siti fraudolenti. Ci sono però delle buone pratiche, come ci ha consigliato Booking, da applicare per evitare di finirne vittime:
- Mantenere private le informazioni personali: non condividere mai i dati della carta di credito tramite messaggi, SMS o e-mail con sconosciuti o a seguito di contatti non richiesti.
- “Raddoppiare” la sicurezza: attivare l’autenticazione a due fattori, ove possibile, per proteggere gli account.
- Fermarsi e pensare prima di cliccare su un link che potrebbe portare all'installazione di un virus: controllare sempre l’Url posizionando il cursore sopra il collegamento o tenendo premuto sullo schermo, per verificare che sia legittimo.
- Meglio essere prudenti: se una struttura richiede un pagamento al di fuori dei canali ufficiali, o si ricevono messaggi sospetti, contattare il servizio clienti ufficiale.
- Controllare: offerte troppo vantaggiose, recensioni assenti o link ambigui sono spesso segnali d’allarme.