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La start up di alcuni giovani milanesi accusa Facebook di aver copiato App: raggiunta intesa

La Business competence – azienda di Cassina de’ Pecchi, comune in provincia di Milano – aveva accusato di violazione del diritto d’autore il grande colosso Facebook riuscendo così a portarlo in Tribunale. Nella giornata di oggi, venerdì 2 aprile, sarebbe stato raggiunto un accordo transattivo tra le parti di cui però non si conoscono i termini e che è stato accolto dalla Corte di Cassazione.
A cura di Ilaria Quattrone
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La Business Competence – piccola start up di Cassina de' Pecchi, comune in provincia di Milano – è riuscita a raggiungere un accordo con il colosso dei social Facebook. L'azienda aveva denunciato la società guidata da Mark Zuckerberg di aver copiato la sua App. La corte d'Appello aveva quindi condannato il social network a risarcire la piccola azienda con oltre tre milioni di euro. Oggi, venerdì 2 aprile, sembrerebbe essere stato raggiunto un "accordo transattivo" che avrebbe dichiarato estinto il processo.

L'accusa di violazione del diritto d'autore

La Business Competence sosteneva che Facebook avesse copiato l'app Faround rilasciata nel 2012: il progetto consentiva di segnalare negozi e ristoranti in zona secondo i gusti dell'utente. Pochi mesi dopo, la società di Zuckenberg aveva rilasciato l'app Nearby che aveva funzioni molto simili. Nel 2018 la questione era finita in tribunale con l'accusa di violazione del diritto d'autore e ruolo di protagonista in concorrenza sleale: in primo grado era stato quantificato il danno a 350mila euro e 90mila euro di spese legali e rimborso delle spese tecniche.

Non si conoscono i termini dell'accordo raggiunto

Quest'anno poi la Corte d'Appello aveva confermato la violazione del diritto d'autore calcolando un risarcimento di 3,8 milioni di euro. Oggi la svolta: le due parti hanno raggiunto un accordo che è stato accolto dalla Corte di Cassazione visto che non era stata ancora fissata l'udienza. La Cassazione sostiene che: "Sussistono le condizioni per la dichiarazione di estinzione del giudizio". Al momento però non si conoscono i termini dell'accordo raggiunto, resta il fatto che – per la prima volta nella storia – una piccola azienda è riuscita a portare in tribunale un grande colosso.

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