“La fattura di Scandurra smonta l’accusa”: così si difende Manfredi Catella dall’inchiesta urbanistica

Gli avvocati difensori di Manfredi Catella hanno depositato il ricorso al Tribunale del Riesame per chiedere la revoca degli arresti domiciliari disposti lo scorso 31 luglio dal gip Mattia Fiorentini nell'ambito dell'inchiesta sull'urbanistica che ha travolto Milano.
Come emerge dalle carte che Fanpage.it ha potuto visionare, tramite i suoi difensori Catella si difende dall'accusa di corruzione sostenendo l'assenza di gravi indizi di colpevolezza a suo carico. La difesa mira, infatti, a dimostrare che la misura cautelare degli arresti domiciliari applicata dal gip non sarebbe giustificata. Per farlo, gli avvocati del "re del mattone" confutano i capi d'imputazione che farebbero riferimento a un patto corruttivo con Alessandro Scandurra, allora componente della Commissione Paesaggio di Palazzo Marino, di cui, secondo loro, "non ci sono prove". I legali contestano, infatti, che la fattura del 31 luglio 2023 da 28,548 euro emessa nei confronti di Coima Sgr dallo studio di Scandurra – che secondo il gip Fiorentini era "funzionale unicamente a giustificare" il patto corruttivo tra l'architetto e Catella – sia "oggettivamente falsa".
"È una fattura emessa a fronte di prestazioni che, come documentato, sono state effettivamente rese", si legge nelle carte. In particolare, la prestazione a cui fa riferimento la difesa sarebbe un incarico di due diligence del settembre 2022 "dei comparti Cenisio 1/Messina 50 e Messina 53/De Benedetti 1" per cui Scandurra ha ricevuto un compenso di 15 mila euro e una success fee di 7,500 euro maturata in seguito all'assegnazione definitiva di uno dei due lotti. L'importo totale è di circa 22 mila euro che, maggiorato di cassa architetti e IVA, corrisponderebbe all'importo fatturato.
La difesa, inoltre, contesta che l'incarico per lo studio di fattibilità dello studentato in via Messina assegnato a Scandurra abbia natura di "utilità corruttiva". La difesa sostiene che l'incarico fu assegnato per dare continuità al lavoro di due diligence e che le tempistiche furono dettate dall'assegnazione dell'area e dalla partecipazione al bando MUR (Ministero dell'Università e della Ricerca), non dalla seduta della Commissione per il Paesaggio del 5 ottobre 2023 in occasione della quale, secondo il gip, Scandurra avrebbe partecipare per assicurare "il proprio appoggio" al progetto Pirellino.
Infine, riprendendo quanto osservato nell'ordinanza dal gip Fiorentini, ossia che "Catella non aveva alcun rapporto con Scandurra", nel ricorso i legali spiegano che il ceo di Coima "non è firmatario dei contratti" con il professionista e componente della commissione "né tantomeno ha autorizzato il pagamento della fattura" in questione. E anche se nell'interrogatorio preventivo Catella "si è assunto una responsabilità generale in coerenza con la sua etica e deontologia", ciò non significa "l'approvazione di un qualsivoglia preteso patto corruttivo".