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“La donna si è fatta un film nella sua testolina”, così un avvocato difende un uomo accusato di molestie

Accusato da una barista di tentata violenza sessuale e tentata concussione, un ex ispettore dell’Ats è finito a processo: la difesa chiede l’assoluzione sostenendo che le accuse della donna siano “surreali” e “inesistenti”.
A cura di Ilaria Quattrone
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

È stata chiesta una condanna di cinque anni e sei mesi per l'ex ispettore del Dipartimento di prevenzione igienico-sanitaria dell'Agenzia di tutela della salute che il 6 dicembre 2017 è stato arrestato con del denaro che avrebbe intascato dalla titolare di un bar di Albino, comune in provincia di Bergamo.

Il 57enne, originario di Nembro, era accusato di tentata concussione e tentata violenza sessuale. Per quest'ultima accusa, vista la lieve entità e l'avvenuta prescrizione, la Procura ha chiesto l'assoluzione. Il pubblico ministero Maria Esposito, durante l'udienza, ha ripercorso le accuse rivolte all'ex ispettore dalla commerciante.

Le accuse

La prima accusa risale al 2011 quando, durante un'ispezione, il 67enne l'avrebbe bloccata e avrebbe guardato nella scollatura. Le avrebbe poi chiesto un appuntamento in un orario più tranquillo e le avrebbe detto "di essere più carina". Per questo motivo avrebbe poi chiesto al proprietario del bar che lei gestiva, di poter essere presente al prossimo incontro così da non restare sola con l'ispettore.

Nel 2014 invece, quando avrebbe preso in gestione un nuovo bar, avrebbe consegnato all'uomo una busta con cinquecento euro per evitare una sanzione da tremila che l'ispettore le aveva prospettato. Nel 2017 la donna era andata a parlare con alcuni agenti della polizia stradale che frequentavano il bar.

A loro aveva raccontato quanto avrebbe subito. Successivamente, il 6 dicembre, l'uomo si era presentato al bar dove la donna gli aveva consegnato un'altra busta con altro denaro. Una volta uscito dal locale, è stato fermato dalla polizia e arrestato.

Per gli inquirenti le accuse della barista sono coerenti considerato che non ci sarebbero motivi tali da spingere la professionista di ordire un complotto nei confronti dell'uomo. Inoltre, al momento dell'arresto, gli è stato trovato addosso il denaro e sull'auto una busta aperta che gli era stata consegnata sempre dalla stessa.

L'uomo, dopo essere stato in carcere, ha trascorso sei mesi agli arresti domiciliari. In aula ha letto una sua dichiarazione affermando di essere "vittima della furbizia" della donna. Sostiene che, una volta salito in auto, ha aperto la busta convinto che fossero solo auguri di Buon Natale e invece ha trovato i soldi.

La richiesta di assoluzione

"Li ho messi in tasca e volevo tornare indietro per restituirli, ma non riuscivo a trovare un posto dove girare la macchina. Poco dopo mi ha fermato la polizia stradale. Mi sono visto puntare una pistola in faccia: da allora faccio fatica a dormire, ho gli incubi, prendo degli ansiolitici".

L'avvocato dell'uomo, Federico Pedersoli, ha chiesto l'assoluzione perché sostiene che – come riporta il quotidiano "Il Corriere della Sera" – la donna avrebbe raccontato un sacco di bugie, a partire dalle molestie: "Nella sua testolina si è fatta un film". Una frase che, al di là della richiesta di assoluzione della Procura, è comunque inaccettabile.

Il legale sostiene che i successivi episodi di concussione sarebbero "inesistenti", oltre che "surreali". La sentenza arriverà l'8 novembre.

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