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Stefania Rota morta a Mapello

Ivano Perico confessa l’omicidio della cugina Stefania Rota, ma non spiega il movente: “Sono stato io”

Ivano Perico è stato arrestato sabato 13 maggio con l’accusa di aver ucciso la cugina Stefania Rota. Ai carabinieri ha iniziato a rilasciare le prime confessioni, ma il movente resta ancora un mistero.
A cura di Enrico Spaccini
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Stefania Rota
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Sembrava che Stefania Rota fosse morta in seguito a un malore, invece si è trattato di omicidio. E a ucciderla pare essere stato l'unico cugino con cui la 62enne era solita passare del tempo, Ivano Perico. Con lui andava a fare passeggiate, anche in montagna, si sentiva ogni giorno al telefono, poi all'improvviso il silenzio.

Il 61enne diceva che la cugina era andata in Liguria a badare a un anziano, ma è stata ritrovata senza vita il 21 aprile nella sua abitazione in via XI Febbraio a Mapello, nel Bergamasco, in avanzato stato di decomposizione. "Sì, sono stato io", avrebbe ammesso Perico già lo scorso sabato 13 maggio, quando i carabinieri lo hanno portato alla caserma di Ponte San Pietro con l'accusa di omicidio.

"Attenta a Ivano"

Rota teneva un diario in cui annotava i suoi pensieri. Uno di questi recitava: "Attenta, Ste, a Ivano. Ma questo già lo sai", senza specificare però a cosa doveva prestare attenzione. Perico è l'unico indagato per l'omicidio della 62enne, ma il movente è ancora un mistero. Forse passionale, forse economico. L'ultima pagina del diario riporta la data 11 febbraio, lo stesso giorno anche dell'ultima telefonata tra i due.

Elementi centrali per le indagini coordinate dalla pm Stefania Ruggeri potrebbero arrivare con l'interrogatorio di garanzia al quale sarà sottoposto in giornata Perico. Mancano ancora le chiavi di casa, il cellulare e la borsa di Rota, oltre alla presunta arma del delitto.

L'auto di Rota e il "depistaggio"

È stata l'auto di Rota a portare l'individuazione del cugino come presunto omicida. Ogni volta che tornava a casa, la 62enne parcheggiava la sua Ford Fiesta blu nel vialetto della villetta di via XI Febbraio o nel garage. Stando al racconto di alcuni residenti a Mapello, quella macchina era stata vista girare anche dopo il ritrovamento del corpo di Rota, quindi il 21 aprile.

La Ford è stata ritrovata qualche giorno più tardi in un parcheggio pubblico di via Foscolo, a 200 metri dall'abitazione della vittima. Incrociando i dati dell'antifurto satellitare con quelli delle celle telefoniche agganciate dal cellulare di Perico, è stato possibile identificare in lui il misterioso uomo responsabile di quegli spostamenti.

L'ipotesi è che dopo il ritrovamento del cadavere nel salotto di casa di Rota, con lesioni alla testa e schizzi di sangue, Perico avesse provato a mettere in scena una sorta di "depistaggio".

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