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Ispezione a sorpresa al carcere Beccaria di Milano: “Ferragosto vuol dire caldo opprimente e abbandono”

L’europarlamentare di Avs Ilaria Salis si è recata per un’ispezione a sorpresa al carcere Beccaria di Milano. Un luogo che per Salis “non dovrebbe esistere” perché “non educa, non riabilita, ma aggrava fragilità e disagi”, sostenendo una “logica punitiva” sostanzialmente sbagliata.
A cura di Giulia Ghirardi
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"Ferragosto in carcere significa caldo opprimente, sovraffollamento e la disperata sensazione di essere abbandonati mentre i più sono in vacanza con i propri affetti". A parlare è l'europarlamentare di Avs, Ilaria Salis che nel corso della giornata di ieri, venerdì 15 agosto, ha scritto un lungo post sui social per denunciare le condizioni del carcere Beccaria di Milano dove si è recata per un'ispezione a sorpresa.

Nell'IPM "sono presenti 66 ragazzi, la maggioranza in custodia cautelare. La struttura è tra le più grandi e sovraffollate d’Italia", ha spiegato Salis. "In celle già anguste, alcuni dormono su materassi a terra. In estate le attività sono ridotte al minimo: le giornate scorrono vuote, nel caldo asfissiante e nello sporco delle sezioni, nei passeggi sotto il sole rovente, senza nulla da fare".

L'eurodeputata ha continuato spiegando come concentrando tanti minori fragili nello stesso luogo sia un "errore annunciato" che porterebbe, tra l'altro, a "tensioni quotidiane, uso diffuso di psicofarmaci e sedativi, frequenti episodi di autolesionismo". Un luogo così per Salis "non dovrebbe esistere" perché "non educa, non riabilita, ma aggrava fragilità e disagi", sostenendo una "logica punitiva" sostanzialmente sbagliata.

"La destra al potere sta imponendo un modello di giustizia minorile disumano e fallimentare, fondato sulla logica punitiva simboleggiata dal carcere", ha detto ancora l'eurodeputata sottolineando come, logiche di questo tipo, non facciano altro che "cancellare ciò che di buono il paese era stato capace di sperimentare".

"Viene da chiedersi – ha concluso – se l’obiettivo sia davvero risolvere i problemi o piuttosto gonfiarli, per poi speculare politicamente su propaganda e paura".

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