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Confermata la condanna a 4 anni per Irene Pivetti: è accusata di evasione fiscale e autoriciclaggio

La Corte d’Appello di Milano ha confermato la condanna a 4 anni di reclusione per l’ex presidente della Camera. Irene Pivetti: “La verità verrà fuori”
A cura di Francesca Del Boca
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Irene Pivetti
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La Corte d'Appello di Milano ha confermato la condanna a 4 anni di reclusione per evasione fiscale e autoriciclaggio nei confronti dell'ex presidente della Camera Irene Pivetti.

Il processo di secondo grado vedeva al centro una serie di operazioni commerciali, datate 2016, per circa 10 milioni di euro. Le transazioni erano relative alla compravendita di tre Ferrari Granturismo che, stando alle indagini del pm Giovanni Tarzia e del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza, sarebbe servita per riciclare proventi frutto di illeciti fiscali. "La verità verrà fuori, sono tranquilla", ha commentato intanto l'ex leghista, più giovane presidente della Camera della storia italiana. "E la verità è che io sono innocente".

Le vicende processuali di Irene Pivetti

I guai giudiziari per Pivetti sono iniziati nell'aprile del 2020 quando, durante la pandemia di Covid-19, la guardia di finanza ha sequestrato circa mezzo milione di mascherine importate dalla Cina da un'azienda riconducibile all'ex presidente della Camera per un valore complessivo di 35 milioni di euro. Per l'accusa, quei prodotti sarebbero stati inadeguati a fronteggiare l'emergenza sanitaria in atto, con il marchio CE contraffatto e consegnate alla Protezione civile per un valore inferiore a quello concordato. Lo scorso novembre al Tribunale di Busto Arsizio si era aperto il processo che vede Pivetti accusata di 82 capi d'imputazione, tra cui frode in forniture pubbliche, bancarotta, appropriazione indebita, riciclaggio e autoriciclaggio.

La condanna in primo grado

A settembre, invece, il Tribunale di Milano aveva condannato in primo grado l'ex presidente della Camera a 4 anni di reclusione per evasione fiscale e autoriciclaggio. Secondo l'accusa, nel 2016 Pivetti avrebbe partecipato alla finta compravendita di tre Ferrari Granturismo della Isolani Racing Team, con l'obiettivo di sottrarle al fisco. In particolare, avrebbe acquistato la scuderia per 1,2 milioni di euro per poi rivenderla a 10 milioni alla società cinese More & More investment. Sulle carte, sarebbero state cedute anche le tre Ferrari insieme al marchio, cosa che per gli investigatori non sarebbe accaduto: le vetture sarebbero infatti rimaste a Isolani, che a sua volta avrebbe provato a piazzarle in Spagna. Questa vicenda aveva portato, nel 2021, a un sequestro da 3,4 milioni di euro nei confronti di Pivetti.

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Lo stipendio da mille euro al mese

"Non mi sento caduta per niente", aveva dichiarato a Fanpage.it Pivetti, al tempo impiegata in una mensa sociale di Monza dopo il maxi sequestro di 3 milioni e mezzo di euro. "Vivo con mille euro al mese e sono contenta di quello che sto facendo. La mia reputazione, la mia azienda, la mia persona sono state quasi distrutte, ma adesso sto proprio bene, ho capito e deciso che quello non era l'atto finale della mia vita, la rappresentazione pubblica della vita di una persona è spesso falsata da tanti cliché". E ancora. "Non ho rubato a nessuno. Non sono una criminale".

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