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“Io e moglie guadagniamo quasi 4mila euro, ma con due figli non possiamo più vivere a Milano”: la storia di Marco

Un padre di famiglia, libero professionista con una moglie impiegata, racconta a Fanpage.it di non potersi più permettersi di vivere a Milano dopo l’aumento dell’affitto di 1200 euro per un appartamento con due stanze: “Mi sento messo alla porta”.
A cura di Francesca Del Boca
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La nostra redazione riceve lettere e testimonianze relative a storie che riguardano il mondo del caro affitti. Decidiamo di pubblicarle non per dare un'immagine romantica del sacrificio, ma per spingere a una riflessione sulle condizioni. Invitiamo i nostri lettori a scriverci le loro storie cliccando qui.

"La mia storia? Ormai è uguale a quella di tanti altri". È quella di Marco M., libero professionista che dalla Liguria si è trasferito vent'anni fa a Milano. Qui ha trovato lavoro, ha incontrato l'amore e creato una famiglia. "Ma oggi stiamo seriamente pensando di trasferirci. Milano è cambiata, davvero non è più a misura d'uomo. E soprattutto di famiglie".

Marco ha 43 anni, è libero professionista e ha una compagna, coetanea, che fa l'impiegata. Hanno due figlie di 8 e 3 anni. "Siamo andati a convivere poco prima che nascesse la bambina più grande". La casa ha due stanze, in zona corso Lodi. "Ormai viviamo qui da più di dieci anni, e io ho sempre abitato in quest'area. La sento mia. Al tempo, a dire il vero, non era neanche un granché". Oggi, con l'arrivo della Fondazione Prada e il futuro scalo Romana, non è più così: il valore del mattone si è alzato, le nuove costruzioni crescono come funghi.

"Il nostro affitto oggi, con un contratto di 8 anni fa, con le spese si aggira intorno ai 1200 euro. Noi ne guadagniamo circa 2mila a testa. Ce la facciamo, anche se è certamente una spesa superiore alla media di altre grandi città e abbiamo due bambine da mantenere. Ma la proprietaria, alla scadenza dell'ultimo contratto, vuole riprendersi l'immobile. Così ci siamo messi alla ricerca di una nuova abitazione in zona e… ci siamo scontrati con il fatto che per un appartamento con almeno due stanze, adatto insomma per una famiglia di quattro persone, dovremmo spendere più del doppio rispetto alla cifra di un tempo. Per restare dove sono nate e cresciute le nostre figlie, insomma, dovremmo fare grandi sacrifici. Vivere per pagare l'affitto".

Ma non solo.

"Senza contare che, quando ci siamo messi alla ricerca di una nuova casa, in tanti ci hanno detto che preferiscono non affittare a famiglie. Nelle due stanze è meglio mettere dentro tre o quattro studenti con genitori paganti alle spalle, così l'affitto può aumentare un po' di più. Le famiglie con i bambini piccoli non le cacci mai, ci ha addirittura risposto uno. Io sono un libero professionista nell'ambito della creatività, per i proprietari potrei anche perdere il lavoro da un giorno all'altro. E rimarremmo in quattro sull'unico stipendio di mia moglie, che da solo praticamente equivale al canone di affitto di un singolo mese".

Resta la scelta di un quartiere più periferico, spostarsi verso i margini della città.

"Sì, ovviamente stiamo guardando gli annunci delle case anche lì. Però c'è un tema di fondo: spostarsi significa anche sconvolgere la routine e la vita dei bambini, ormai abituati alla scuola e ai compagni di classe, agli amici nel quartiere, al loro parco giochi. A questo punto, sconvolgere per sconvolgere, forse è meglio andare fuori. Dove si risparmia sempre ma ci sono verde, sicurezza, case grandi, servizi di ogni genere. E comunque la città è vicina. Se penso che, da libero professionista della comunicazione, posso fare tutto tornando a Milano solo un giorno a settimana…sono davvero tentato di trasferirmi. Mi fermano solo le bambine, che qui si trovano bene".

Una scelta obbligata, dettata da questioni economiche. E forse, anche da un tema più ampio di qualità della vita.

"Post Covid trovo la città molto peggiorata. Meno sicura, più sporca, più disordinata. Poi penso a come sarebbe la mia quotidianità, la nostra vita di famiglia, se potessimo riservare all'affitto solo una piccola parte del nostro bilancio e non la metà o molto di più. È una spesa che sposta tutto".

Se il problema sono gli affitti ormai sempre più insostenibili, comprare casa è la soluzione?

"I costi del mercato immobiliare li conosciamo tutti. Puoi anche avere un stipendio buono, aver conquistato una buona posizione, ma se non possiedi una grosso capitale di base non è possibile affrontare i prezzi e i mutui che ci sono in giro ora, a maggior ragione alla nostra età. La crescita lavorativa del singolo che può avvenire negli anni, in questa città, viene poi azzerata dal continuo aumento dei prezzi dell'immobiliare e del costo della vita: è come rimanere fermi allo stesso punto di partenza. Anche con un salario sopra la media si fa fatica, con due bimbi piccoli.

E ancora.

Sinceramente mi sento scacciato, messo alla porta. Vivo in un luogo, dopo vent'anni lo sento mio, e improvvisamente non ci posso più stare. Non me lo posso più permettere. Eppure ho studiato, ho faticato per avere un buon lavoro, sono un professionista affermato e stimato, ma non posso più vivere a casa mia. Che peraltro non è certo un attico in centro, ma un appartamento come tanti altri. Sono davvero amareggiato, trovo assurdo tutto questo.

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