Inchiesta urbanistica, quali sono le accuse contro l’ex assessore Tancredi: “Elevata attitudine criminale”

Esisteva di fatto un sistema di "mercimonio della funzione pubblica" nella gestione dell'urbanistica a Milano, che ha visto protagonisti l'allora presidente della Commissione paesaggio Giuseppe Marinoni, e il manager Federico Pella. Decisivo, in questo contesto, sarebbe stato soprattutto il "contributo" dell'allora assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi che, per "benefici di ritorno" per il suo ruolo politico e professionale, a favorire questo intreccio di "interessi privati di gruppi di imprenditori e progettisti": contro di lui emergerebbero infatti "gravi indizi" di colpevolezza, tanto che avrebbe "consapevolmente concorso al perfezionamento del patto corruttivo intercorso tra Marinoni e Pella" come risulta comprovato "dal chiaro tenore delle conversazioni intercettate".
È uno dei passaggi con cui il Tribunale del Riesame di Milano accoglie la misura interdittiva di un anno nei confronti dell'esponente di Palazzo Marino, dimessosi dalla carica di assessore lo scorso luglio a seguito dell'inchiesta sull'urbanistica cittadina portata avanti dalla Procura. E così i giudici del Riesame, dopo la sonora bocciatura alle tesi della Procura e del gip Mattia Fiorentini sulla posizione dell‘architetto Alessandro Scandurra e del costruttore Andrea Bezziccheri, hanno in questo caso riconosciuto il reato di corruzione contestato riqualificandolo, però, in "corruzione impropria" con "vendita della funzione" pubblica, "messa a libro paga" in particolare da Marinoni in rapporti con Pella, e non come corruzione per "atti contrari ai doveri d'ufficio".
Il Tribunale del Riesame: "Elevata attitudine criminale di Tancredi"
Quindi, scrivono i giudici, "il caso di specie, nonostante l'incensuratezza, dimostra la concreta ed attuale elevata attitudine criminale di Tancredi in considerazione dell'articolazione ed organizzazione dell'attività criminosa, perpetrata attraverso il sistematico impiego distorto della funzione pubblica allo stesso attribuita, dell'entità dei benefici "di ritorno" sottesa alla vicenda in esame che ha disvelato un'esponenziale ricerca di ruoli di maggior visibilità nel contesto professionale di Tancredi, molto attivo sul versante dell'elargizione di favori ai quali connettere la sua e altrui influenza politica e professionale. In questa ottica si spiega la consuetudine di vedersi regolarmente tra i diversi coindagati in vista delle sedute della commissione".
L'ex assessore avrebbe infatti seguito molto da vicino il funzionamento della Commissione per il paesaggio comunale, ricevendo "costanti informazioni sulle decisioni assunte" e "intervenendo talvolta nelle valutazioni tecniche", mostrando cosi "piena consapevolezza anche delle situazioni di incompatibilità in cui versava Marinoni", anche lui al centro dell'inchiesta. L'interesse dell'indagato, si legge nel provvedimento del Riesame, "è palesemente rivolto ad evitare danni politici, quali potrebbero derivare da una campagna stampa critica" piuttosto che concentrarsi sul "merito delle operazioni immobiliari". E da questo punto di vista, sottolinea ancora il tribunale, è "innegabile che Tancredi, al pari delle persone con lui indagate, disponga di un patrimonio conoscitivo delle pieghe del sistema pubblico con il quale si è rapportato ed ha piegato ai suoi interessi per lungo tempo, di sicuro peso e rilievo". Dagli atti, emergerebbe inoltre "l'interesse evidente di Tancredi riguardo la promozione del suo ruolo ed il suo buon nome, magari in vista di maggiori e più importanti incarichi". Un interesse che sembrerebbe aver determinato "l'agire dell'assessore in un crescendo in cui si è finito con il perdere di vista l'interesse pubblico", e che ora gli costa quindi l‘accusa di concorso in corruzione impropria.
Di cosa è accusato l'ex assessore all'Urbanistica di Milano
In particolare, l'accusa riguarda il suo apporto all'accordo corruttivo stretto tra Giuseppe Marinoni, presidente della Commissione per il paesaggio del Comune di Milano, e Federico Pella, manager e socio della società di ingegneria J+S spa: questo accordo prevedeva la messa a disposizione della funzione di Marinoni a favore degli interessi economici della J+S, facilitando l'ottenimento di incarichi professionali e interventi edilizi di interesse della società, in cambio della partecipazione di Marinoni agli affari e ai guadagni.
Tancredi avrebbe contribuito a questo patto in più modi: agevolando l'attività di Marinoni in conflitto di interessi e riconfermando la sua nomina a presidente della Commissione per il quadriennio 2025/2029; fornendo supporto all'affare "Nodi e Porte metropolitane", accordando il patrocinio del Comune di Milano e partecipando e stimolando incontri con operatori privati interessati ai progetti urbanistici elaborati dalla J+S srl e dallo Studio Marinoni; partecipando attivamente alle trattative tra Marinoni, Pella e i rappresentanti di gruppi come NHOODS, EUROMilano, HINES, COIMA, UNIPOL e altre società al fine di facilitare la conclusione di accordi per futuri partenariati pubblico-privati; operando per "motivare" gli uffici del Comune, "spaventati" dalle volumetrie e altezze proposte, a esprimersi positivamente, e organizzando appuntamenti con le società coinvolte per avvertirle e prepararle, anche per risolvere aspetti salienti come l'estrapolazione delle torri dal Piano Attuativo e la giustificazione degli accordi di PPP per eludere le procedure di legge.