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Inchiesta piano pandemico Covid, la finanza acquisisce documenti al ministero della Salute

La guardia di finanza ha acquisito i documenti relativi al piano pandemico negli uffici del ministero della Salute. L’acquisizione fa parte dell’inchiesta della procura di Bergamo sul mancato riconoscimento della zona rossa. Alcuni documenti sono stati acquisiti anche negli uffici dell’Ats di Bergamo, dell’Asst di Bergamo e dell’assessore al Welfare della Lombardia.
A cura di Ilaria Quattrone
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La guardia di finanza ha acquisito, negli uffici del ministero della Salute, i documenti relativi al piano pandemico. L'acquisizione rientra nell'inchiesta della procura di Bergamo sulla mancata attivazione della zona rossa a inizio pandemia. A tal proposito sono stati infatti già ascoltati sia il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che il ministro degli Interni Luciana Lamorgese e della Salute Roberto Speranza. Al momento, i pubblici ministeri ipotizzano i reati di falso ed epidemia colposa.

La guardia di finanza negli uffici di Regione Lombardia

Le Fiamme Gialle hanno acquisito sia documenti cartacei che elettronici che fanno riferimento al piano pandemico nazionale del 2017. Stando alle indagini, i pubblici ministeri ritengono che il piano del 2017 sia uguale a quello del 2006. I militari, oltre ad acquisire i documenti degli uffici romani del ministero della Salute, sono entrati anche nelle sedi dell'Agenzia di tutela della salute di Bergamo, della Asst di Bergamo e dell'assessorato al Welfare di Regione Lombardia.

La bozza del piano pandemico di aprile 2019

Da tempo sul tema si sta battendo il comitato "Noi denunceremo" che raccoglie i famigliari delle vittime di Covid. Già a ottobre erano stati presentati diverse denunce che lamentavano l'assenza di un piano gestione da parte del Governo e delle Regioni. A fine novembre poi il Comitato aveva affermato di possedere una bozza del piano pandemico relativo ad aprile 2019 in cui sarebbero state evidenti le carenze da parte delle Istituzioni nella gestione del Coronavirus. Per l'avvocato del Comitato, Consuelo Locati, grazie a questa bozza si sarebbe potuto ipotizzare un reato di "natura colposa, ma prevedibile".

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